SENIGALLIA – Ancora un botta e risposta tra opposizione e amministrazione comunale sul nuovo ponte Garibaldi che dovrà nascere a poca distanza da quello vecchio, nel frattempo abbattuto. A sollevare le critiche ci ha pensato il Pd senigalliese con il segretario Massimo Barocci intervenuto su quello che è di fatto l’argomento del momento. A lui arriva la replica del sindaco Olivetti e, a stretto giro, la controreplica del Pd.
Il primo nodo sollevato è la confusione che regna sul futuro delle infrastrutture cittadine. «Abbiamo un ponte che è stato demolito troppo presto (ponte Garibaldi, Ndr), un altro che dovrebbe essere demolito (ponte degli Angeli, Ndr) e un altro ancora che poteva essere sistemato con poco ma ancora nulla è stato fatto (ponte della Chiusa, zona Vallone, Ndr). Tra amministrazione comunale e regionale, e tutti gli organismi coinvolti, regna l’incertezza, come se ci trovassimo ancora nei primi giorni dell’alluvione. Intanto cittadini e attività economiche attendono, fino a quando? Qual è il limite di tolleranza della città al pressapochismo, alla insensibilità, al dilettantismo che dimostra la destra che governa a tutti i livelli?».
Pronta la replica del sindaco di Senigallia Massimo Olivetti al segretario del Pd cittadino Barocci e non solo: «Qualcuno fa finta di non capire. La discussione interessante è stata strumentalizzata da alcuni consiglieri. Il ponte Garibaldi dovrà essere progettato e realizzato in conformità al Decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti del 17 gennaio 2018 (l’allora ministro era Graziano Del Rio, Ndr) che stabilisce le norme tecniche per le costruzioni delle strutture, tra cui anche quelle relative ai ponti stradali che sormontano corsi d’acqua, come appunto Ponte Garibaldi. Pone alcuni paletti importanti, che hanno determinato la soluzione ipotizzata dai progettisti». E la soluzione ha suscitato un ampio dibattito, con visioni più o meno ragionate.
In particolare sull’altezza della sede stradale del ponte Garibaldi la norma in questione stabilisce che il ponte debba avere un franco idraulico (cioè la distanza tra il livello dell’acqua in piena e la parte inferiore del ponte stesso) di almeno un metro e mezzo. Dovrà poi essere aggiunto lo spessore del ponte che, secondo quanto riferito dai progettisti dell’ANAS, non potrà essere inferiore a 70 centimetri. Secondo la norma vigente il franco idraulico così determinato “non può essere ottenuto con il sollevamento del ponte durante la piena”, quindi anche la soluzione di innalzamento del ponte tramite sistema idraulico non è percorribile. Infine sul posizionamento del ponte il sindaco ha tenuto a precisare che l’unico punto per non impattare con i vincoli che tutelano i portici Ercolani è realizzarlo qualche decina di metri più a monte di dov’era prima.
«È evidente che la soluzione proposta avrà un forte impatto nella conformazione della città, per questo si sta attendendo di valutare il progetto – conclude Olivetti – ma l’alternativa alla realizzazione del ponte a queste condizioni è semplicemente la non realizzazione dello stesso, scelta che non appare assolutamente percorribile».
Ma il Pd non ci sta a farsi etichettare come “strumentalizzazioni” «i giusti rilievi posti dall’opposizione e dal segretario del Partito Democratico, oltre che da diversi professionisti e associazioni del territorio. E annuncia attraverso il segretario Barocci e il capogruppo in consiglio Romano «una grande mobilitazione pubblica, nelle prossime settimane, per far aprire gli occhi a chi governa, in primis la Regione ma anche il Comune, che a questo punto o è totalmente assente da questa partita oppure è politicamente d’accordo con quanto sta avvenendo».