Senigallia

Aumenti tari, a Senigallia scoppia la bagarre politica tra giunta Olivetti e minoranza

Il Pd all’attacco: «Frutto di scelte che penalizzano le famiglie». L’assessora Bizzarri (FdI): «Antipatico obbligo ricevuto in eredità da chi ci ha passato il testimone»

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SENIGALLIA – Si parlerà di bilancio, gestione rifiuti e tari nel consiglio comunale di oggi, venerdì 17 dicembre, dopo le ultime polemiche emerse con l’ultima rata della tassa sui rifiuti. Con l’arrivo a casa dei senigalliesi del bollettino che contiene un aumento significativo dell’imposta comunale per il servizio di raccolta differenziata, è scoppiata la bagarre politica sulla responsabilità di tale aumento, con accuse reciproche tra maggioranza e minoranza.

I senigalliesi stanno pagando in questi giorni di fine dicembre l’ultima rata della tari, su cui da mesi si parla di aumenti dovuti, secondo una fazione, a mancate entrate per precedenti calcoli imprecisi o, secondo l’altra parte, a recenti scelte politiche. In ballo ci sono numeri importanti che oscillano tra 1,2 milioni e poco più di 800 mila euro. Cifre che dovranno essere validate dall’Autorità d’Ambito che valida annualmente un documento (Pef) del Comune con il riepilogo dei costi per l’attività di spazzamento, raccolta, trasporto e trattamento dei rifiuti, sostenuti nell’anno in questione. Da precisare che  le tariffe 2021 che si stanno finendo di pagare, si riferiscono ai costi sostenuti nel 2019 e nel 2022 si pagheranno le spese sostenute nel 2020. C’è uno scarto insomma di due anni.

Chantal Bomprezzi
Chantal Bomprezzi

E qui c’è un primo nodo del dibattito politico. Secondo Chantal Bomprezzi, consigliera comunale tra le file del Pd ed ex assessore della giunta Mangialardi bis, «gli aumenti che, a fronte dell’ultima rata di conguaglio pervenutaci poco tempo fa, si stanno abbattendo su circa 20.000 famiglie senigalliesi, sono causati dalle scelte di bilancio fatte a marzo 2021 in cui la TARI è stata abbassata alle imprese e alzata alle famiglie». Bomprezzi spiega che se ci fossero entrate mancanti dovrebbero essere recuperate con la tari 2022 di cui ancora non è possibile conoscere le tariffe perché «ad oggi non sappiamo se le spese del servizio rifiuti svolto nel 2020 sono state maggiori della TARI in bolletta per l’anno 2020, l’anno “incriminato”. Non lo sapremo prima di marzo/aprile 2022, quando questo calcolo verrà completato, e lì verrà fuori la verità». Il balletto di cifre (1,2 milioni e 840 mila euro) secondo la consigliera è frutto di «mistificazioni politiche che si raccontano ai cittadini, alla faccia della trasparenza». Da l’accusa a «una maggioranza politicamente inadeguata e incapace di assumersi le proprie responsabilità».

Ilaria Bizzarri, assessore al bilancio del Comune di Senigallia
Ilaria Bizzarri, assessora al Bilancio del Comune di Senigallia

Non si è fatta attendere la replica dell’assessora al Bilancio Ilaria Bizzarri che bolla come «false e al limite del ridicolo» le dichiarazioni dell’opposizione fondate su «gravi errori logici e tecnici». Tocca a lei spiegare che nel calcolo per le tariffe 2020 «è stato “erroneamente” inserito un coefficiente (33%) che ha sballato l’esito finale del calcolo. Come già dichiarato più volte, le tariffe del 2020 erano quindi del 33% più basse rispetto al dovuto, per questo alla maggior parte delle famiglie senigalliesi il conguaglio di dicembre 2020 è arrivato con un bollettino che indicava “nulla da pagare”. Questa “svista” ha causato un ammanco di 1,2 milioni di euro nel bilancio del Comune e ora mi fermo volutamente al solo aspetto tecnico-economico della questione, senza entrare nel merito delle responsabilità, anche queste già ampiamente discusse nei mesi scorsi. A livello di quadrature di bilancio, per una serie di eventi legati alla pandemia e al cambio di Amministrazione, non si sono verificati squilibri finanziari. A livello di quadratura Tari, invece, i nodi stanno tornando al pettine e andranno sciolti».

Tra i nodi secondo Bizzarri c’è anche il falso aumento del 30% delle tariffe 2021 rispetto al 2020 imputato dalla minoranza alla nuova giunta, frutto di quel citato errore che ha fatto «percepire come più alta» una tariffa che «in realtà è più bassa». Quella differenza «non è magicamente svanita nel nulla, ma dovrà essere recuperata, con la validazione del PEF 2022, fatta con la consuntivazione dei costi sostenuti nel 2020». Secondo l’assessora la tariffa 2020, calcolata sui costi del 2018 non coprirebbe effettivamente i costi sostenuti nel 2020: da qui deriva l’ammanco da 1,2 milioni che «potrà non essere recuperato per intero, ma dovrà almeno essere recuperato per la quota necessaria a coprire il costo sostenuto. Questa differenza tra il gettito effettivo e il costo sostenuto è di circa 840 mila euro, dei quali si avrà certezza a marzo/aprile 2022, con la validazione del PEF relativo ai costi 2020 per le tariffe 2022». «Questa non è una scelta della nuova Amministrazione, ma un antipatico obbligo ricevuto in eredità da chi ci ha passato il testimone». Una delle «pesanti zavorre da cui dobbiamo liberare la macchina comunale e tutte le pezze che abbiamo dovuto (e purtroppo stiamo continuando a) mettere per riparare alle “imprecisioni” di chi ci ha preceduto».