SENIGALLIA – È polemica dopo alcune parole pronunciate durante l’ultimo consiglio comunale. Al centro c’è lo scontro tutto politico tra l’assessore al welfare Carlo Girolametti e il Comitato cittadino a difesa dell’ospedale, i cui membri stavano assistendo alla seduta consiliare del 31 luglio, l’ultima prima della pausa agostana.
“A te ti stimo, ma stai in mezzo alla gente sbagliata! A lui non lo guardo sennò gli sputo in faccia!” sono le parole che secondo alcuni rappresentanti del Comitato sarebbero state pronunciate dall’assessore al termine della discussione per la mozione proposta dal Movimento 5 Stelle.
«Questo è il famoso “pluralismo democratico del confronto” del capogruppo di La Città Futura, rivelatosi un radical-chic partitico che non accetta invece critiche né diversità di pensiero – scrivono dal Comitato -. L’assalto, per fortuna solo mediatico in quanto sono intervenuti altri consiglieri a fermarlo (Gregorini, Ndr), è sfociato in uno “sbroccamento” verbale, violento, intimidatorio e vergognoso: con un scatto da centometrista, dallo scranno di assessore alle sedie del pubblico, paonazzo in viso e con il dito indice alzato, ha inveito contro questa cittadina senza alcun motivo, con il solo “peccato” – evidentemente per lui mortale – di portare una maglietta con scritto “Ci sta a cuore l’ospedale di Senigallia”».
Diversa è la versione invece fornita dall’assessore Girolametti.
«Mi stavo rivolgendo a una persona a cui voglio bene e con cui ho una certa confidenza anche perché abbiamo gli stessi valori e condiviso molte battaglie insieme. Ero un po’ accalorato perché mi dispiaceva che non fosse stata da questa persona capita la mia posizione, per cui mi sono avvicinato, senza scatti, e le ho detto queste testuali parole: “Ma pensi che io sia così imbecille da non capire che è una mossa (la mozione oggetto di discussione, Ndr) strumentale ai fini elettorali di Lega e Movimento 5 Stelle?”. Poi dietro di me c’era una persona che mi stava spingendo e senza guardare chi fosse ho detto di “non toccarmi”. Forse avrei dovuto parlare a questa persona in privato, magari il giorno dopo, forse avrei dovuto usare un tono più quieto, ma insomma, non c’è stato alcun assalto».