Senigallia

Bandiere a mezz’asta, messa e fiori per ricordare l’alluvione del 2014 a Senigallia. Ma i lavori ancora stentano a decollare

Tante le similitudini tra gli eventi alluvionali del 2014 e del 2022. E mentre il processo a L'Aquila deve ripartire, gli interventi per la messa in sicurezza sono praticamente fermi. Le interviste

Le strade di Senigallia invase da acqua e fango durante l'alluvione del 3 maggio 2014
Le strade di Senigallia invase da acqua e fango durante l'alluvione del 3 maggio 2014

SENIGALLIA – Sono passati dieci anni dalla mattina del 3 maggio 2014, quando il fiume Misa, a seguito delle forti piogge dei giorni precedenti e della notte, ruppe una grossa porzione dell’argine destro, andando ad allagare diverse zone di Senigallia dalle frazioni più interne fino al lungomare, passando per il quartiere residenziale del piano regolatore. Un disastro sotto molti punti di vista, in primis quello umano perché vi furono tre vittime; in secondo luogo quello economico, con centinaia di milioni di euro di danni a famiglie, imprese ed enti pubblici. Da quel giorno nulla è stato come prima. Otto anni dopo l’alluvione del settembre 2022, con un bilancio ancora peggiore.

«Secondo me non c’è paragone tra i due eventi – spiega l’attuale sindaco di Senigallia, Massimo Olivetti, che nel 2014 era primo cittadino a Ostra, paese anch’esso interessati dai due eventi alluvionali – perché il secondo è stato molto più violento e con conseguenze più gravi, per giunta in un territorio più vasto. Con l’anomalia che qui a Senigallia non s’è visto il maltempo ma solo una enorme massa d’acqua che ha allagato tutto quanto». Furono diverse le modalità: «nel 2014 c’è stata la rottura di un tratto dell’argine, nel 2022 il sormonto in vari punti della vallata; la volta precedente c’erano stati giorni di pioggia precedenti l’alluvione, stavolta c’è stato il fulmine a ciel sereno, il che forse è più preoccupante». 

Le questioni tecniche sono ancora da risolvere: molti lavori a distanza di anni erano da rifare completamente, come il rafforzamento delle sponde dei fiumi Misa e Nevola, mentre alcuni interventi non hanno mai visto l’avvio o la conclusione. Come le vasche di espansione. L’unica su cui si sta intervenendo non vede una ruspa da mesi. Il che non rassicura la popolazione: si allarga la protesta di chi chiede lavori efficaci e rapidi per aumentare il grado di sicurezza del territorio. Oltre alla rabbia, c’è anche tanta rassegnazione da parte della comunità e sfiducia.

«Come per l’accertamento delle responsabilità. Il processo sull’alluvione del 2014 è praticamente ancora da iniziare, ma nel frattempo alcuni reati sono andati in prescrizione. Siamo passati da Ancona a L’Aquila poiché un membro del collegio penale di Ancona era un cittadino anch’egli alluvionato – afferma Corrado Canafoglia, legale del coordinamento dei comitati di alluvionati – Praticamente siamo ripartiti da capo una prima volta, con l’udienza preliminare e poi davanti al tribunale per poi accorgersi che c’era stata una dimenticanza nella formulazione del nuovo capo d’imputazione. Alcuni reati di sono caduti in prescrizione – aggiunge l’avvocato – rimane solo l’inondazione colposa. Ora si torna al gup de L’Aquila per la riformulazione del capo d’imputazione con una nuova udienza fissata per il 28 maggio prossimo e far partire il processo».

L’unico punto fermo che rimane agli alluvionati, per il momento, è il riconoscimento della responsabilità civile di tutta una serie di enti in caso di condanna che vanno dal Comune di Senigallia alla Provincia di Ancona, dalla Regione Marche al Ministero degli interni e fino alla presidenza del Consiglio dei ministri: «A essere sotto accusa è tutta la filiera della protezione civile – aggiunge il legale – risultato che non è stato raggiunto nemmeno per le tragedie del ponte di Genova o dell’hotel di Rigopiano per intenderci». Così è stata avviata la procedura per la mediazione con le assicurazioni degli enti coinvolti, dato che allora le cifre stanziate agli alluvionati «erano solo somme erogate come crediti d’imposta».

Intanto il Comune di Senigallia ha esposto a mezz’asta le bandiere del municipio di piazza Roma. Alcune parrocchie celebreranno oggi, domani e domenica, messe in ricordo della tragedia, mentre sempre l’amministrazione comunale deporrà un mazzo di fiori nel punto di rottura dell’argine del fiume Misa che poi esondò allagando mezza città.