Senigallia

Barriere antirumore, anche Senigallia si è schierata per il “no” al progetto di Rfi

Sul muro lungo la linea ferroviaria adriatica, anche la spiaggia di velluto ha dato parere negativo in sede di Consiglio superiore dei lavori pubblici, come spiegato dal vicesindaco Memè in II Commissione consiliare

SENIGALLIA – Si è svolto in II Commissione il dibattito sulle barriere antirumore e sull’arretramento della ferrovia. L’assemblea di lunedì 22 luglio ha visto la sospensione della mozione proposta da alcuni consiglieri del Partito Democratico perché dopo quasi due ore di discussione e approfondimenti si è reso necessario andare a modificare e integrare il testo.

La mozione a firma dei consiglieri Santarelli, Sardella, Angeletti e Urbinati “Opere di risanamento acustico – prima fase di attuazione del piano redatto ai sensi del D.M. Ambiente 29/11/2000 site nel Comune di Senigallia – Contrarietà al progetto – Arretramento della ferrovia” era stata presentata perché l’amministrazione comunale si facesse portavoce di quel “no” al progetto delle barriere antirumore così come proposto da Rfi. Atto che è stato giudicato “superato” dall’assessore e vicesindaco Maurizio Memè per una serie di incontri e documenti in sedi nazionali, il che ha portato quindi a rivedere il testo.

Il progetto prevede infatti una decina di chilometri di barriere antirumore (cosiddette “fonoassorbenti”) che riguardano il territorio senigalliese in due tratti: uno che va dalla zona di Cesano a nord fino all’altezza di via Podesti, poco più a nord del Ponterosso; l’altro che interessa invece la zona di Marzocca, quella più a sud di Senigallia. Fortemente osteggiato da molti residenti e da alcuni operatori turistici e associazionistici, il progetto di Rfi è stato discusso anche in sede di Consiglio superiore dei lavori pubblici, dove il Comune di Senigallia, assieme a Civitanova Marche, ha espresso il parere di non adeguatezza.

Momento fondamentale ha precisato Memè, in quanto quel parere è stato fatto proprio dal presidente dell’assemblea romana che ha invitato innanzitutto Rfi a rivedere e a condividere il progetto, ma anche che la “partita” passasse dal ministero delle infrastrutture a quello dell’ambiente date le molteplici conseguenze in tema ambientale che l’iter porta con sé.

«I rilievi fonometrici risalgono al 2004 – ha rivelato il vicesindaco senigalliese – e l’iter avviato da Rfi non ha coinvolto i comuni perché la procedura è antecedente alla legge che obbliga il coinvolgimento delle singole amministrazioni comunali interessate. Noi ci siamo ritrovati un cd con decine e decine di tabelle e disegni solo a maggio 2019 e da lì ci siamo attivati nelle sedi opportune».

Tra le motivazioni che Memè ha spiegato al consiglio superiore dei lavori pubblici, non ci sono solo questioni economiche, come la possibile perdita di valore delle abitazioni in prossimità delle eventuali barriere antirumore, ma soprattutto ragioni di vivibilità. Le installazioni che – come precisato dal vicesindaco – sono replicate «in tutta Italia senza tenere in considerazione le peculiarità dei singoli territori e senza capirne le esigenze», porterebbero a una peggiore qualità della vita con ripercussioni anche sulla salute: meno luce, meno circolazione dell’aria, maggiore persistenza delle polveri sottili, aumento della rumorosità derivante dal traffico a monte delle barriere, oltre a una peggiore immagine in campo turistico, con paesaggi deturpati e forte impatto ambientale.

Anche i costi non sono da dimenticare: il progetto delle barriere antirumore prevede un investimento di oltre 5mila euro al metro che farebbe schizzare l’importo – tra annessi e connessi – a quasi 100 milioni di euro solo per i tratti senigalliesi.

Motivazioni dunque che hanno portato al parere negativo dell’assemblea del Consiglio superiore dei lavori pubblici, atto fondamentale per bloccare l’iter di Rfi che per alcune zone come Montemarciano o Mondolfo – dove il progetto non raggiunge la soglia dei 75 milioni – è già arrivato in conferenza dei servizi presso il ministero dei lavori pubblici. Il parere negativo rispetto alla soluzione progettuale dichiarato il 9 luglio scorso dal sindaco di Mondolfo e da vari amministratori regionali, di fatto, è un altro stop che, per il momento, fa tirare un sospiro di sollievo a tanti cittadini della costa adriatica.