Senigallia

Barriere antirumore, l’ex ad di Autostrade Giovanni Castellucci ai domiciliari

Numero uno di Aspi fino al 2019, il manager di Senigallia è stato arrestato dalla Guardia di Finanza per un'inchiesta sui pannelli fonoassorbenti a rischio cedimento su tutta la rete autostradale del paese

autostrada A14

ROMA – È finito agli arresti domiciliari Giovanni Castellucci, il senigalliese ex amministratore delegato di Autostrade per l’Italia. L’accusa nasce da un’inchiesta sui pannelli fonoassorbenti, le ormai famose barriere antirumore ritenute a rischio distacco sulla rete autostradale italiana.

Classe 1959, il manager di Senigallia era già indagato nell’ambito dell’inchiesta per il crollo del ponte Morandi da cui nacque anche il dibattito sulla revoca delle concessioni: con la tragedia del viadotto Polcevera, avvenuta nell’estate del 2018, morirono 43 persone. Con l’arresto di oggi, operato dalla Guardia di Finanza di Roma e firmato dal Tribunale del capoluogo ligure, a Giovanni Castellucci e ad altri cinque manager di Aspi vengono contestati dalla Procura di Genova i reati di attentato alla sicurezza dei trasporti e frode in pubbliche forniture.

In sostanza l’ex numero uno di Autostrade per l’Italia, approdatovi nel 2001 e da cui si è dimesso nel 2019 con una buonuscita da 13 milioni di euro (ora congelati), viene ritenuto essere stato consapevole – così come gli altri manager indagati – di tutti i rischi connessi all’utilizzo di barriere fonoassorbenti difettose: un potenziale pericolo per la sicurezza stradale dato il rischio di cedimento nelle giornate di forte vento, come avvenuto nel genovese 3 e 4 anni fa.

Giovanni Castellucci
Giovanni Castellucci

Difetti progettuali e sottostima dell’azione del vento le cause principali, a cui si aggiunge l’utilizzo di materiali per l’ancoraggio a terra non conformi alle certificazioni europee e scarsamente performanti.
Da qui l’accusa ai manager di Autostrade, tra cui appunto Giovanni Castellucci, di frode in pubbliche forniture. Secondo l’accusa, come riportato dall’Ansa, non vennero cambiate “per evitare le ingenti spese che avrebbe comportato”.

A tal proposito, Autostrade per l’Italia ha precisato che «l’indagine della Procura di Genova riguarda una specifica tipologia di barriere integrate anti-rumore, denominate “Integautos”, presenti su circa 60 dei 3000 km di rete di Autostrade per l’Italia. La società era venuta a conoscenza delle attività di indagine lo scorso 10 dicembre 2019, a seguito di un provvedimento di sequestro di documentazione notificatole dalla Guardia di Finanza di Genova, come reso noto dalla società stessa nella successiva trimestrale. La totalità di queste barriere è già stata verificata e messa in sicurezza con opportuni interventi tecnici tra la fine del 2019 e gennaio 2020, nell’ambito del generale assessment delle infrastrutture messo in atto dalla società su tutta la rete autostradale».