SENIGALLIA – Storie e idee raccontate dai professionisti del settore per stimolare spunti, competenze e nuove professionalità nel mondo del cibo. Questo è il senso dell’iniziativa promossa a Senigallia dall’Informagiovani di Ancona e che ha visto qualche settimana fa protagoniste varie personalità note del food: tra questi il gelatiere di fama internazionale Paolo Brunelli e Francesca Casci Ceccacci, fondatrice del panificio Pandefrà, entrambi con esercizi a Senigallia. Il progetto, sviluppato all’interno del Progetto YO di Polo9 con Comune di Ancona e finanziato da Fondazione Cariverona, si è posto l’obiettivo di far conoscere, soprattutto ai più giovani, quali sono le competenze trasversali più evidenti (smart skill, da cui il nome del progetto “Be Smart”) per lavorare in diversi settori. A farle conoscere, di volta in volta, sono professionisti di settori diversi che raccontano la propria storia professionale. In questo caso il settore food.
«L’idea nasce – spiega Francesco Vernelli, coordinatore dell’Informagiovani di Ancona – dalla volontà di fare incontrare i giovani che si affacciano sul mondo del lavoro, ma non solo loro, con le figure che rappresentano un po’ le eccellenze del territorio. L’obiettivo era far parlare i secondi delle competenze trasversali che servono oggi per lavorare nel settore del food: non solo delle capacità specifiche ma anche dell’intraprendenza, dello studio e, perché no, della maniacalità che serve molto spesso per poter eccellere in un mondo così competitivo. A fine anno uscirà poi anche una pubblicazione con le esperienze raccontate nei vari incontri del progetto “Be Smart”».
Tra gli esperti che si sono aperti e raccontati nello spazio Brunelli “Combo” a Marzocca di Senigallia c’erano Walter Borsini, chef e insegnante di cucina; Guido Prosperi e Mattia Lorenzetti, fotografi e autori di Food Photography; Serena Serrani, fotografa esperte nel mondo alimentare e della ristorazione. E, ovviamente Paolo Brunelli e Francesca Casci Ceccacci. A loro abbiamo chiesto di spiegare il proprio percorso. «Bisogna capire innanzitutto quale sia la propria strada e in secondo luogo studiare – ci ha spiegato il gelatiere Paolo Brunelli. La pasticceria è matematica, è bilanciamento ed equilibrio: se sbagli, sei fregato. Lo studio serve proprio per capire come sorprendere, come emozionare. Poi, si deve imparare a improvvisare: come un jazzista rispetto a un musicista classico. Dopo 40 anni di lavoro quotidiano, posso dire di aver raggiunto il mio obiettivo: aver portato ad Agugliano, da dove sono partito, persone di tutto il mondo è stata una scommessa vinta. Io mi ritengo fortunato ad aver capito la mia strada: nella mia famiglia ci si occupava di cibo e io volevo il mio spazio per esprimermi. Una volta si andava a bottega, come si dice, mentre oggi ci sono numerosi corsi professionalizzanti, tanti percorsi formativi specifici che prima non c’erano. Un’abbondanza che rischia di creare anche confusione nei giovani a cui mi rivolgo, come un maestro inusuale, cercando di spiegare l’esperienza dei ragionamenti per le mie ricette: il segreto del successo non è tenerle nascoste ma far risaltare la propria personalità e il rapporto emozionale che si vuole esprimere».
Concentrata sulle persone, sul loro passato e sul futuro è Francesca Casci Ceccacci, altra ospite di rilievo di Be Smart Food. La giovane senigalliese si è reinventata, partendo da un percorso di studi giuridici che non amava e da una professione sempre connessa al cibo che non la soddisfaceva. «Oggi è sempre più necessario costruire le persone oltre la tecnica, saper stare al mondo, mettersi davanti a uno specchio e farsi delle domande. La mia abilità è stata questa: partire dalla frustrazione di aver sbagliato strada, per rimettersi in gioco e ricostruire pian piano la propria personalità. Il pane è connessione – spiega la titolare di Pandefrà, un panificio e laboratorio che in poco tempo ha riscosso un enorme successo ammaliando anche personaggi del settore come lo chef pluristellato Michelin Mauro Uliassi – è uno strumento di relazione ed è il mio modo di stare al mondo. Mi prendo infatti la responsabilità di conoscere prodotti e produttori, di relazionarmi e anche di contrattare con loro per poter ottenere un elemento che è alla base di una costante ricerca. Così come con le persone: i collaboratori non sono solo dipendenti, ma persone che, grazie a un ambiente stimolante e confortevole, crescono assieme a te. Questo è il valore aggiunto oltre a un prodotto sempre in evoluzione: sapere di non essere soli in un percorso che viene prime del profitto».