Senigallia

Busilacchi: «La soppressione dell’Utic di Senigallia venga sospesa con atto formale»

Il consigliere regionale di MDP spinge il governatore Ceriscioli a impegnarsi perché la terapia intensiva della spiaggia di velluto non venga eliminata

Gianluca Busilacchi
Gianluca Busilacchi

SENIGALLIA – L’ospedale di Senigallia non può essere depotenziato, anzi, dovrà essere valorizzato e per farlo dovrà mantenere l’Unità di terapia intensiva cardiologica. E’ quanto afferma Gianluca Busilacchi, consigliere di Art.1-MDP, che ha presentato un’interrogazione a Luca Ceriscioli, presidente della giunta regionale. In ballo c’è la sospensione delle determine 481/2016 e 361/2017 con cui l’Asur Marche aveva previsto la soppressione dell’Utic a Senigallia.

Sembra dunque che a nulla siano valse le affermazioni del direttore generale Asur Marche Alessandro Marini e del presidente della IV Commissione regionale sulla sanità Fabrizio Volpini (tra l’altro medico proprio di Senigallia) con cui avevano rassicurato che la determina sulla soppressione dell’Utic di Senigallia era stata sospesa. Oltre alle proteste dei vari comitati di cittadini formatisi spontaneamente, anche il Consiglio comunale della spiaggia di velluto era intervenuto sul tema. Dopo vari dibattiti e polemiche, infatti, era scaturito lo scorso 5 settembre un documento – approvato all’unanimità – con cui veniva impegnato il sindaco a intraprendere ogni iniziativa per la difesa dell’ospedale.
Documento a cui avevano fatto seguito dichiarazioni roboanti anche da parte dell’assessore alla sanità di Senigallia Carlo Girolametti, il quale aveva annunciato le dimissioni in caso l’Utic venga chiusa.

«Senigallia è la seconda città della Provincia di Ancona che nel periodo turistico raddoppia i suoi abitanti – spiega Busilacchi -. Per questo deve essere tutelata anche attraverso il potenziamento e la valorizzazione del suo presidio ospedaliero, tenendo conto dei carichi delle prestazioni, dei posti letto e delle dislocazioni geografiche delle unità per giungere presto a una nuova organizzazione della sanità pubblica nell’Area vasta 2. Ora servono garanzie – conclude – che siano esplicitamente individuate con un provvedimento formale che stabilizzi permanentemente l’Unità Senigalliese».