SENIGALLIA – Obiettivo raggiunto. Il canile sanitario di Senigallia non chiuderà ma si trasformerà in un rifugio per gli animali a quattro zampe in attesa di adozione, come già anticipato a febbraio scorso. Una trasformazione forzata per via della rinuncia dell’Asur alla gestione della struttura in via Arceviese, di fronte ai Vigili del fuoco.
A darne notizia è l’associazione Cuori Pelosi di Senigallia e dintorni onlus, un gruppo di volontarie che si occupa dal 2016 di far conoscere il canile – a cui è stata annessa una zona per i gatti – in modo da agevolare le adozioni, in collaborazione con altre realtà animaliste cittadine. La stessa associazione che aveva lanciato una petizione on line sulla nota piattaforma Change.org per far sì che l’assenza dell’Asur non costringesse di fatto chiudere la struttura senigalliese che si occupa di cani e gatti del comprensorio vallivo.
Sono proprio le volontarie senigalliesi ad aver riportato che ormai è certo il passaggio della gestione dall’Asur al Comune – proprietario dell’area su cui sorge – il quale ha emanato un bando per darlo in mano alle onlus cittadine, concedendo loro solo i finanziamenti necessari al suo funzionamento. Mancheranno i servizi sanitari di cui si occupava l’Asur, che verranno concentrati al canile sanitario di Jesi: cani e gatti randagi troveranno lì le cure necessarie per poi tornare al rifugio di Senigallia in attesa di adozioni.
«Abbiamo atteso di vederlo nero su bianco, lo sapete ormai, siamo scaramantiche – hanno reso noto le volontarie dell’associazione Cuori Pelosi. Ma grazie al vostro grande, immenso aiuto abbiamo raggiunto l’obiettivo: il canile sanitario di Senigallia non chiuderà. Il canile sanitario è diventato canile rifugio. E il piccolo giardino che abbiamo creato per Barney è oggi oasi felina. Il comune ha mantenuto la parola data: 50.000 firme sono un grido, a cui è impossibile voltarsi dall’altra parte. Quel posticino di fronte ai vigili del fuoco, quell’angolo di giardino, quei box che tanti hanno ospitato, continueranno a dare rifugio a chi ha più bisogno, a chi merita oggi più che mai, una famiglia».