CORINALDO – Non si placa la discussione in città per la situazione di difficoltà della fondazione S.M. Goretti. La grave carenza di personale infermieristico ha infatti portato il consiglio di amministrazione a valutare di non accettare nuovi ingressi nella residenza protetta per anziani di Corinaldo, mentre alcune voci insistenti parlavano persino di un probabile trasferimento in altre case di cura degli ospiti della realtà assistenziale corinaldese. Voce oggi smentita dalla stessa fondazione che ricostruisce quanto sta accadendo.
A sollevare i dubbi sul buon funzionamento in questo periodo di perdurante crisi sanitaria è stato il capogruppo di minoranza dell’assemblea consiliare di Corinaldo, Luciano Galeotti, il quale ha posto un’interrogazione al sindaco Matteo Principi per cercare di fare chiarezza su quanto sta avvenendo. Al consigliere di “In movimento-Corinaldo c’è” erano arrivate molteplici voci circa delle inadempienze protratte nei riguardi dei degenti per mancanza di personale infermieristico. «Alcuni familiari – spiega – hanno lamentato l’assenza di personale infermieristico presso la fondazione Santa Maria Goretti-Servizi alla Persona. Dei cinque infermieri previsti da organigramma, allo stato odierno ne sembrerebbe rimasto operativo solamente uno. Tale emergenza – continua Galeotti – sembrerebbe sussistere nella fondazione S.M. Goretti già da inizio pandemia, e solo con artefizi vari si era riusciti ad arginare ed a tamponare tale problematica» che potrebbe portare anche alla risoluzione della convenzione con l’Asur Marche in assenza dei minutaggi di assistenza garantiti.
Galeotti ha anche chiesto al sindaco se fosse vera la voce secondo la quale, «considerata l’impossibilità di assicurare il minutaggio previsto e richiesto dalla convenzione con la ASUR Marche, l’amministrazione della fondazione S.M. Goretti avrebbe pensato di dover dimettere e “rimandare alle famiglie” gli oltre 60 degenti con le comprensibili e gravi conseguenze ipotizzabili».
Tra le lamentele, riporta ancora il consigliere Galeotti in una lettera rivolta sempre al sindaco e ai colleghi consiglieri comunali, ci sono anche quelle di chi non ha mai avuto comunicazioni dai rappresentanti dei familiari, di chi «nemmeno era a conoscenza della presenza di questo organo. Un familiare ha richiesto il numero telefonico dei rappresentanti dei familiari e gli è stato negato; mi è stato detto che più volte è stata avanzata la richiesta per un incontro tra gli organi del CdA ed i familiari ed altrettante la richiesta non è stata accolta».
A replicare ci ha pensato la stessa fondazione S.M. Goretti – Servizi alla Persona che parla di «criticità gestita e di essere al lavoro con le istituzioni per risolvere la carenza di personale infermieristico». Evitare che il covid penetrasse all’interno della residenza protetta per anziani era l’obiettivo principale data la presenza di soggetti deboli: «è stato necessario operare con la massima cautela e mettere in campo ogni energia ed ogni strategia possibile. Un obiettivo a dir poco vitale che ad oggi siamo riusciti a raggiungere, registrando nessun caso di Covid nella nostra Residenza Protetta per Anziani ed avendo portato a termine la vaccinazione di tutti gli ospiti e tutto il personale nel più breve tempo possibile».
Per quanto riguarda l’assistenza agli anziani, fanno sapere che «già prima dell’emergenza covid, la fondazione aveva deciso autonomamente di aumentare i minutaggi di assistenza oltre quanto stabilito dalla legge, e inserito anche il turno infermieristico notturno, in modo da avere una copertura h24, proprio in considerazione delle condizioni di salute sempre più precarie degli ospiti e degli aumentati bisogni assistenziali». Ma il problema è quanto emerso nel corso dei mesi successivi: pur essendovi stato un forte turnover di infermieri, si è sempre riusciti a garantire l’assistenza infermieristica necessaria fino ad arrivare al periodo più critico della pandemia. Da fine marzo 2021, infatti, la residenza protetta di Corinaldo ha subìto una grave riduzione del personale infermieristico, dovuta principalmente alla notevole e inedita domanda di infermieri del sistema sanitario nazionale e quindi alle conseguenti procedure di assunzione nella sanità pubblica».
Molti professionisti si sono legittimamente spostati dunque verso ospedali e in generale la sanità pubblica, di fatto lasciando le realtà assistenziali private in un grave deficit. Oltre agli appelli alle istituzioni perché venissero tutelate le strutture e avviate rapide procedure di formazione, dalla fondazione S.M. Goretti è partita conseguentemente anche la ricerca tramite la cooperativa assegnataria dei servizi assistenziali e responsabile del personale di infermieri su tutto il territorio nazionale, senza però alcun esito positivo. A poco sono valsi i contributi economici offerti al personale infermieristico presente da marzo a dicembre 2020 e nuovamente da marzo 2021. Nulla ha fermato un esodo denunciato anche da altre realtà assistenziali di tutta la regione Marche.
«Parte delle criticità è stata tamponata grazie anche alla disponibilità dell’infermiera responsabile di struttura, la quale si è adoperata per entrare in turno. Allo stato attuale sono state avviate delle collaborazioni con altre fondazioni e Asur che permetteranno alla residenza protetta di garantire i minutaggi di assistenza previsti per legge fino alla risoluzione della criticità e all’individuazione di nuovi infermieri da assumere in pianta stabile. La Fondazione ha sempre lavorato per evitare una soluzione drastica (ossia il trasferimento degli ospiti presso altre strutture, paventato da alcune istituzioni) ed ha sempre informato i familiari della situazione e dei possibili sviluppi».