ARCEVIA – Teatro Misa gremito per il Consiglio comunale aperto che si è svolto lo scorso primo agosto sul tema della sanità arceviese. Un argomento certamente molto sentito dai cittadini che hanno affollato la struttura teatrale, un po’ meno dai vertici regionali di cui si è registrata l’assenza, così come da parte di alcuni sindaci locali che non hanno preso parte a un importante momento di confronto sul futuro del servizi sociosanitari nell’area dell’alta valmisa. Al centro della seduta c’era la struttura sanitaria di Arcevia, tra classificazioni, declassamenti, tagli, disservizi e criticità, ma anche con una proposta votata all’unanimità dall’intero Consiglio comunale contenente le osservazioni al piano socio sanitario 2023-25 che si discuterà da domani, martedì 8 agosto, in Consiglio regionale.
A ripercorrere un po’ la storia dell’ospedale di Arcevia ci ha pensato il sindaco Dario Perticaroli che sin dal suo insediamento ha sollevato perplessità circa la situazione della struttura e del personale. «Fin dal 1999 la struttura sanitaria di Arcevia è stata classificata Ospedale di comunità e che a seguito di atti che si sono succeduti dal 2014 al 2018 è stata declassata a Casa della salute di tipo B pur mantenendo le caratteristiche dell’Ospedale di comunità (Casa della salute di tipo C) – ha detto il primo cittadino -. Nell’agosto 2019 è stata trasmessa una lettera al presidente della Regione, con delega anche alla sanità, al direttore di Area vasta 2 e al direttore generale Asur, circa le criticità dell’ospedale di Arcevia: servizio 118, specialisti ambulatoriali, radiologia, ecc. A questa lettera è seguito a settembre 2019 un incontro in Comune con il direttore di AV2 e a ottobre 2019 i servizi di radiologia e di fisioterapia sono stati ripristinati fino a maggio 2020, ovvero fino alle programmate elezioni regionali. Poi a febbraio 2020 il Covid 19 e tutto si ferma». Ciò che non si è fermato è la situazione di criticità: Arcevia è al centro di una nuova lettera nell’agosto 2020 a cui è stato risposto dai vertici regionali con «promesse delle riaperture e/o ripristini dei servizi mai attuate; e circa l’adozione del PSS 2020 – 2022 c’è stato un silenzio assoluto» continua Perticaroli.
Altre segnalazioni da parte dell’amministrazione comunale ci sono state a gennaio 2022, appena terminata la fase emergenziale della pandemia da covid, ma nonostante il fatto che l’amministrazione Regionale avesse cambiato colore la risposta non c’è stata. «L’amministrazione che presiedo ha sempre tenuto alta l’attenzione sull’argomento e sulle criticità come la mancanza di personale medico, amministrativo, pediatri». E così si è arrivati allo stralcio del piano sociosanitario regionale 2020 – 2022 e alla redazione del nuovo PSSR 2023 – 2025.
La proposta che la comunità di Arcevia ha redatto tramite le osservazioni al piano 2023-25 verte sulla particolare attenzione per le aree interne, dove si registrano età più avanzate e difficoltà nei collegamenti tra le varie zone rispetto ai centri costieri. Attenzione che avrebbe la conseguenza positiva di alleggerire la pressione sulla rete ospedaliera regionale e sul polo di Senigallia. Punti salienti della proposta approvata all’unanimità dal Consiglio arceviese sono la riclassificazione della struttura di Arcevia come Casa della Comunità spoke e ambulatori di Medici di Medicina Generale (MMG) e Pediatri di Libera Scelta (PLS) e il mantenimento degli attuali 20 posti letto (8 posti letto per cure intermedie, che si aggiungono ai 12 posti letto della RSA).
Il testo, espressione dell’intera comunità di Arcevia e dei territori limitrofi, verrà presentato al presidente del Consiglio regionale delle Marche Dino Latini perché lo ponga all’ordine del giorno della seduta consiliare di approvazione del PSSR 2023-2025. «E speriamo che ci diano ascolto perché non è possibile andare avanti così, con una struttura che non ha una chiara collocazione nella riorganizzazione dei distretti sanitari» ha concluso Perticaroli.