Senigallia

Caso di meningite a Senigallia, scatta la profilassi

Una donna 50enne è stata prima ricoverata all'ospedale cittadino, poi trasferita al reparto malattie infettive di Fermo. Volpini: «vaccinazione unica arma»

SENIGALLIA – Una donna di Senigallia è stata ricoverata al pronto soccorso dell’ospedale cittadino perché infetta da meningite meningococcica. Dopo gli accertamenti iniziali avvenuti nella nottata e nella prima mattinata di oggi, 17 gennaio, le condizioni della signora – una 50enne residente in città – hanno richiesto il trasferimento al reparto di malattie infettive di Fermo, dove è al momento ricoverata.

Com’è prassi in queste situazioni è scattata la profilassi antibiotica per le persone a diretto e stretto contatto con la donna affetta da meningite, circa 90. L’elevato numero delle persone contattate dal servizio di prevenzione dell’Asur è dato dal fatto che la donna svolge la professione di insegnante in una scuola della città di Senigallia.

«La gran parte dei contatti stretti è stata identificata ed è già stata sottoposta a profilassi», spiegano dal servizio del dipartimento di prevenzione dell’Asur è impegnato nelle attività di controllo che sono previste in situazioni come queste, applicando le direttive delle linee guida per la gestione della meningite del ministero della salute.

La notizia è stata inoltrata a tutti i medici di medicina generale e i pediatri della zona. Dell’episodio è stato informato anche il dottor Fabrizio Volpini nonché presidente della Commissione regionale sanità, il quale ha tenuto a precisare come l’unica arma di difesa – per grandi e piccoli – contro la meningite meningococcica sia la vaccinazione. «A differenza della meningite batterica, che si risolve spontaneamente, quella meningococcica è più aggressiva e pericolosa». Necessita infatti di una tempestiva terapia antibiotica mirata e può avere esito anche mortale.