SENIGALLIA – Nuova, anzi, vecchia tegola quella caduta sulla fondazione “Città di Senigallia” che dovrà restituire diversi milioni di euro ad Autostrade per l’Italia spa per il contenzioso circa i terreni espropriati per la terza corsia A14. La corte di Cassazione ha infatti rigettato il ricorso dell’ente socio assistenziale senigalliese con cui si contestava l’entità dell’indennizzo per la procedura di esproprio.
La vicenda risale ad anni fa quando all’ente furono espropriati circa 9 ettari di fondi per la realizzazione della terza corsia dell’autostrada A14. In primo grado la cifra spettante alla fondazione venne quantificata in oltre 20 milioni di euro, velocemente incassata dall’ente grazie a un decreto ingiuntivo. Società Autostrade però fece ricorso in Appello e vinse, ottenendo la riduzione dell’indennizzo a “soli” sei milioni di euro. A quella seconda sentenza si oppose invece la fondazione, inviando le carte alla Cassazione. Quest’ultima, con ordinanza n. 10649/23 della prima sezione civile, ha disposto per la fondazione senigalliese l’obbligo di dover restituire ad Autostrade per l’Italia spa un ingente importo, ancora in fase di determinazione ma, secondo le stime degli uffici, superiore a 14,5 milioni di euro.
A comunicarlo è Corrado Canafoglia, commissario straordinario della fondazione “Città di Senigallia”, il quale ricorda come l’ente abbia già incassato e speso quei soldi. In secondo luogo, ha voluto rassicurare la comunità: «Allo stato non sussiste alcun motivo di interruzione dei servizi erogati dalla Fondazione ai propri ospiti, né di inadempimento agli obblighi assunti con i fornitori dell’Ente. Verrà comunque intensificata l’attività di risanamento intrapresa durante il Commissariamento, che ad oggi ha dato concreti risultati con l’obiettivo precipuo di mantenere la continuità aziendale».
Da qui l’appello al mondo pubblico e privato, «compresa la politica comunale e regionale», perché ci sia collaborazione al fine di superare questo «momento critico» per l’ente.