«Uno scenario apocalittico». Così Carlo Manfredi, sindaco a Castelleone di Suasa, definisce la situazione in paese dopo l’ondata di maltempo del 15 settembre che ha investito questa parte della provincia di Ancona. Un dramma che ha visto finora contare 11 vittime anche se non è definitivo perché ci sono ancora dei dispersi; che vede ettari ed ettari di terreni, case, garage e cantine invasi da acqua e fango con danni per milioni di euro.
A fondo valle la situazione è molto più grave che in paese, spiega il primo cittadino. Oltre ai campi allagati, con danni alle aziende agricole, ci sono diversi problemi alle pertinenze delle abitazioni, alle strade dissestate dalla forza del fiume che ha invaso tutto. L’acqua ha creato un muro di oltre un metro e mezzo, una cosa impressionante stando alle testimonianze sul territorio. «Tutti i ponti sono ostruiti dai detriti e dai tronchi degli alberi».
Molti tratti di strade sono interdetti al traffico per questioni di sicurezza e per permettere le operazioni di sgombero e pulizia, altri sono del tutto inagibili perché si è proprio rovinato il manto stradale, con lastre staccate dalla forza del fiume in piena. Una quantità enorme di materiali che si sono poi riversati sui campi, spargendo di tutto per diversi chilometri, come se qualcuno avesse “lanciato” e sparso rifiuti e detriti ovunque. Ma non solo detriti: anche tronchi di piante enormi e mezzi agricoli.
«Tanti danni materiali a cui si aggiunge il dramma per i dispersi – continua Manfredi – nel nostro territorio». Si cercano ancora un bambino di 8 anni e una mamma di 56 ma «servono forze maggiori, qui ci sono pochi uomini e a intermittenza». Ennesima emergenza in una situazione già critica a cui il sindaco di Castelleone di Suasa lancia un appello: «Qui devono arrivare risorse, mezzi e unità per risolvere questa situazione e soprattutto per dignità dei dispersi e della popolazione».