OSTRA – La proposta di mitigazione dell’area industriale Zipa a Casine di Ostra, dove dovrebbe sorgere la centrale Biogas che tratterà l’umido di tutta la Provincia di Ancona, è al centro delle critiche del Comitato Tutela Ambiente e Salute Valli Misa e Nevola. L’area infatti venne inondata dalla fuoriuscita delle acque del fiume Nevola nel 2014, l’anno della grande alluvione che ha colpito gran parte di Senigallia. Il terreno di Casine individuato per il nuovo impianto (in FOTO nel riquadro rosso, Ndr) in quel fatidico 3 maggio di quattro anni fa è stato allagato da oltre 1,5 metri di acqua e fango.
Il progetto però non sembra volersi arrestare, nonostante l’alto rischio di esondazione. Nelle tesi della Zipa, infatti, c’è l’idea che l’intervento che la Regione effettuerà sul fiume Nevola possa mitigare il rischio fino a un accettabile livello di “soli” 50 centimetri di acqua in caso di esondazione, salvaguardando così l’edificabilità dell’area. Della serie: “costruite pure, se dovesse fuoriuscire l’acqua arriverà al massimo a 50 cm”.
Lo scorso 27 febbraio, nel consiglio comunale di Ostra è stata portata avanti la discussione sulla mitigazione del rischio idraulico nell’area Zipa a Casine di Ostra, illustrando i risultati di uno studio di fattibilità realizzato da alcuni tecnici incaricati dalla Zipa ostrense. Al centro del progetto che vorrebbe portare avanti l’edificazione della centrale a biogas ci sono la manutenzione straordinaria del Nevola e la realizzazione delle vasche di espansione o laminazione. A seguito dei lavori di messa in sicurezza, inoltre, si arriverà anche alla deperimetrazione del PAI approvato dall’Autorità di Bacino il 6 agosto 2016, limite tecnico per poter insediare altre imprese nel lotto.
La società dell’impianto EN ERGON srl ricevette l’autorizzazione integrata ambientale (AIA) poche settimane prima che l’area venisse perimetrata all’interno del Pai, nonostante comitati, cittadini, associazioni e istituzioni chiedessero da tempo che l’autorizzazione venisse rilasciata solo in caso l’area fosse stata dichiarata non esondabile.
Tutto il procedimento autorizzativo è allo stato sub iudice: sia il limitrofo Comune di Trecastelli che alcuni imprenditori della ZIPA proposero ricorso al TAR contro l’AIA, e sono tuttora pendenti i due procedimenti amministrativi finalizzati all’annullamento della autorizzazione; l’Autorizzazione unica ambientale (AUA) dell’impianto è a sua volta oggetto di un procedimento finalizzato al suo annullamento davanti al Consiglio di Stato ed infine la delibera di mitigazione dell’area approvata dal Comune di Ostra con delibera di Giunta 1 del 11.1.2017 è oggetto di un ulteriore giudizio di annullamento davanti al TAR.
Insomma, il Comitato non si è mai fermato e non lo farà ora: ha già annunciato di volere seguire molto attentamente tutti i procedimenti che potrebbero portare avanti il progetto della centrale a biogas nell’area Zip che si è dimostrata esondabile: «ci determina a continuare la nostra battaglia tra la gente, promuovendo nuove riunioni pubbliche, sulla stampa ed inoltre valutando possibili iniziative giudiziarie autonome ed ad adiuvandum di quelle già intraprese».