SENIGALLIA – Si sono svolti oggi, martedì 24 settembre i funerali di Glauco Gianfranceschi, noto professore di Senigallia e uomo di cultura. E’ morto a 80 anni dopo aver insegnato per decenni all’istituto Corinaldesi, dove è ancora forte il suo ricordo. Tanti senigalliesi sono passati per le sue mani, plasmati nel carattere e nella conoscenza da un docente colto, nonché giornalista di varie testate locali.
Glauco Gianfranceschi, che lascia la moglie Rosita e la figlia Lucia con Gianni, era anche un artista: si era cimentato con passione e con un certo successo alla pittura e alla poesia: la prima arte gli aveva dato anche la soddisfazione di poter esporre i suoi dipinti in alcune mostre nelle realtà locali, mentre dei componimenti aveva dato alla pubblicazione alcune raccolte.
È stato docente di italiano e storia per diverse generazioni di studenti tra cui un giovanissimo Massimo Bello, oggi presidente del consiglio comunale, che lo ricorda così: «Se n’è andato un grandissimo e bravissimo Professore. Un Professore davvero unico. Indimenticabile. Ho saputo della sua scomparsa poco fa e sono più che dispiaciuto. I ricordi del prof. Glauco Gianfranceschi sono innumerevoli. Fu uno dei miei docenti di italiano e storia. Il migliore. Devo proprio a Glauco Gianfranceschi, al bravissimo Prof. Gianfranceschi, la mia passione per la letteratura e la storia. Severo, ma giusto. Colto, preparato, preciso, insegnava le sue materie con passione. Riservato, ma ai suoi studenti ci teneva. Seppur timidamente, con lui potevamo confidarci e con la sua voce baritonale riusciva a trovare sempre una risposta alle nostre domande, alle nostre paure. La sua presenza ci dava sicurezza. In realtà, dava sicurezza a tutti. Docente, giornalista sportivo, scrittore, poeta, pittore: ecco chi era Glauco Gianfranceschi. Ricordo bene quando in classe ci portò Josè Altafini, suo carissimo amico, a parlarci del grande calcio, quello delle leggende e dei campioni veri. Davvero altri tempi! Quando ci interrogava, lo faceva su tutto il programma fino a quel momento svolto, non certo sulla lezione del giorno prima. Quando entrava in classe e sedeva in cattedra, notavi subito l’autorità e l’autorevolezza di un Professore, che amava il suo lavoro, le sue materie d’insegnamento. Per lui, insegnare era una missione. Ho tanti ricordi del Prof. Gianfranceschi. Sono davvero tanti. Impossibile elencarli tutti. Ricordo, ad esempio, i colloqui con i nostri genitori, in un’epoca lontana e in un mondo della scuola diversa da quella di oggi. I nostri genitori, nel rito dei colloqui delle famiglie con i docenti, si avvicinavano a lui, aspettando il proprio turno, in fila, fuori dall’aula, con rispetto e riverenza, quasi intimoriti e lui pronto a riceverli e metterli a proprio agio. I suoi giudizi sul nostro andamento scolastico, su ciascuno di noi, non erano mai ingenerosi o sbagliati, ma giusti, insindacabili, e noi non potevamo fare a meno di essere d’accordo con lui. Era davvero un grande. Mi spiace molto della sua scomparsa. La nostra Città e la Scuola hanno perso un grande Professore, un uomo di cultura. Mi spiace molto di non averlo più incontrato, magari per un saluto e una chiacchierata come qualche volta capitava. Le mie condoglianze e il cordoglio del Consiglio comunale di Senigallia alla famiglia, e il mio abbraccio al mitico Prof. Gianfranceschi. Che possa guardarci e sostenerci sempre come faceva quando entrava nella nostra classe, con gli occhiali ‘a goccia’ RayBan, la sua borsa di cuoio, che conteneva il romanzo “I promessi sposi” di Alessandro Manzoni, che ci leggeva, parola per parola durante le lezioni. Ha insegnato molto a tanti di noi. Soprattutto, il rispetto e l’educazione, il dovere di essere cittadini».