ANCONA – Inizia a concretizzarsi anche il filone sulla sicurezza e sulle responsabilità amministrative per i morti di Corinaldo, quello della Lanterna Azzurra. Questa mattina sono state formalizzate le richieste di condanna nel processo bis per la discoteca dove hanno perso la vita cinque minorenni e una mamma di 39 anni. Sono le richieste per i sette imputati, tra gestori, proprietari e addetti alla sicurezza, che hanno scelto di procedere con il giudizio immediato che prevede uno sconto di pena in caso di condanna.
L’udienza si è aperta al tribunale di Ancona, davanti alla gup Francesca De Palma, con la requisitoria dei pubblici ministeri titolari del fascicolo d’indagine, Paolo Gubinelli e Valentina Bavai, durata sette ore. I pm hanno parlato di “soggetti mossi da avidità” e di un locale che era abituato a superare il limite della capienza per guadagnare di più definendo la Lanterna Azzurra «un posto affollato oltre la tollerabile decenza». Al termine della discussione a formulare le richieste è stato il sostituto procuratore Gubinelli.
Per due proprietari della discoteca, Micci Letizia e Mara Paialunga, madre e figlia, è stata chiesta l’assoluzione perché all’esito dell’attività indagine non sono emersi elementi di colpevolezza. Per Cecchini Marco, il dj e gestore di fatto del locale sono stati chiesti sei anni di reclusione più un mese di arresto. Per Carlantonio Capone, socio della Magic che aveva in gestione la discoteca sono stati chiesti 4 anni, 8 mesi e un mese di arresto, per Gianni Ermellini, responsabile della security, 4 anni e 8 mesi mentre per Micci Alberto e Micci Marco, anche loro proprietari dell’immobile, tre anni di reclusione.
Prossima udienza il 10 febbraio per far parlare le parti civili. Le difese degli imputati potranno farlo nell’udienza del 2 marzo. Per le condanne si dovrà attendere la fine di marzo. Domani intanto inizierà il processo di appello per la banda dello spray già condannata in primo grado.