SENIGALLIA – Un chiodo omerale in fibra di carbonio su una paziente di 84 anni che è stata già dimessa dall’ospedale di Senigallia. Questa l’ultima novità in tema di chirurgia ortopedica messa in atto al Principe di Piemonte, il nosocomio cittadino, ora all’avanguardia per garantire ai pazienti tecnologie sempre più avanzate per una cura migliore, un recupero più rapido e sicuro per i pazienti, e una tecnica più efficace a disposizione dei medici per eseguire interventi precisi e meno invasivi.
Si tratta del primo intervento di questo tipo presso la struttura senigalliese, nel campo della traumatologia e patologia oncologica. L’intervento è stato eseguito nei giorni scorsi nel reparto di ortopedia e traumatologia diretto dal dott. Marco Agostinelli. Il primario – insieme alla sua équipe composta dai dottori Stefano Cecconi e Alessandro Orazi, dall’anestesista Lucia Romagnoli e da una valida ed esperta équipe di strumentisti e tecnici anestesiologici e di radiologia – ha eseguito questo impianto che segna un’importante svolta nel campo della chirurgia ortopedica su una donna affetta da una grave frattura patologica dell’omero.
La signora, che è stata ricoverata per pochi giorni, è già stata dimessa e le si prospetta un decorso ordinario post operatorio. Il chiodo omerale è in fibra di carbonio, materiale noto per la sua combinazione unica di leggerezza e resistenza che oggi ha trovato un nuovo utilizzo nel campo medico. Questo materiale viene impiegato per creare mezzi di sintesi, cioè dispositivi che aiutano a mantenere unite le ossa fratturate, favorendo la loro guarigione. I benefici nella sua applicazione in chirurgia ortopedica sono la radiotrasparenza (non vengono bloccati i raggi X) ovvero i medici possono eseguire radiografie per controllare la guarigione dell’osso senza interferenze, cosa che invece accade con gli impianti in metallo. Per il paziente, questo si traduce in esami più accurati ed un monitoraggio più preciso del processo di guarigione. Il carbonio inoltre è altamente biocompatibile, viene ben tollerato dal corpo umano, riduce il rischio di reazioni allergiche, infiammazioni o rigetti, rendendo il recupero post-operatorio più sicuro e meno problematico.
Soddisfatto il vicepresidente della giunta e assessore alla sanità della regione Marche, Filippo Saltamartini, il quale ha evidenziato che vengono così «garantiti ai cittadini trattamenti sempre più accessibili e precisi, un recupero più rapido e sicuro, e un miglioramento della qualità di vita dei pazienti».