Senigallia

Senigallia, chiuso l’allevamento dopo l’indagine per violenze sugli animali e le proteste

La struttura, che nel 2018 finì al centro di un caso di crudeltà verso i maiali, risulta ora non attiva dopo il macello degli ultimi suini

La scrofa uccisa a martellate in un allevamento a Senigallia
La scrofa uccisa a martellate in un allevamento a Senigallia

SENIGALLIA – Risulta chiuso l’allevamento di suini finito nel 2018 al centro di un’indagine su comportamenti violenti verso gli animali. Ora all’azienda non risulta assegnato alcun codice aziendale necessario per proseguire l’attività di allevamento di qualsiasi specie animale considerata da reddito. La scelta di cessare l’attività è stata dell’allevatore ma secondo l’organizzazione Essere Animali, che riuscì a infiltrare un proprio associato nel personale dipendente filmando diversi episodi di crudeltà nei confronti dei maiali, «è chiaramente imputabile alla diffusione del filmato shock».

Immagini forti come quella dell’uccisione di una scrofa a martellate in testa ma anche del taser elettrico su maiali malati impossibilitati a muoversi, i suinetti più piccoli letteralmente lanciati e quelli adulti colpiti nel muso con sbarre di ferro oltre alla presenza di centinaia di cadaveri, lasciati all’aperto e accumulati in secchi.

Le immagini fecero il giro della nazione sensibilizzando molti animalisti che, qualche giorno dopo il blitz della Forestale nell’allevamento di Senigallia, protestarono sotto il municipio e alcune settimane dopo anche davanti la sede lungo la strada provinciale 19 “della Val Cesano”. Ne seguirono due interrogazioni parlamentari e una regionale, e una petizione firmata da oltre 280 mila persone.

«Le immagini filmate dal nostro investigatore – dichiara Simone Montuschi, presidente di Essere Animali – hanno svelato una realtà di abusi e violenze continui. Sin dalla diffusione dell’indagine, il nostro obiettivo è stato quello di chiudere l’allevamento e oggi possiamo finalmente dire che nessun animale verrà più maltrattato».