Senigallia

“Io ci sarò”, Giuseppe Giacobazzi in scena alla Fenice

Il sipario del teatro di Senigallia torna ad aprirsi questa sera (10 novembre) alle 21 quando ad entrare in scena sarà il comico romagnolo con un monologo in cui ripercorrerà i suoi ricordi

Giuseppe Giacobazzi
Giuseppe Giacobazzi

SENIGALLIA- A distanza di un anno Giuseppe Giacobazzi torna questa sera alle 21 sul palco del Teatro La Fenice per presentare il suo nuovo spettacolo “Io ci sarò”. Un monologo in cui racconterà le sue passioni e ripercorrerà i suoi ricordi. Il comico, dopo essersi mostrato nelle vesti di padre in “Un po’ di me”, torna davanti al pubblico indossando i panni del nonno con “Io ci sarò”. Uno spettacolo che scaturisce da una sua semplice constatazione: ha 54 anni e una figlia di 4 e, vista l’età media a cui si hanno i figli, potrebbe non riuscire a vedere mai i suoi nipotini e così, ha deciso di utilizzare questo show per lasciare loro una testimonianza, come un videomessaggio. La data di questa sera è sold out da tempo e per accontentare i fans il comico replicherà alla Fenice il 6 maggio 2018.

Come è nata l’idea di questo spettacolo?
«Sono un padre, ma ho quasi l’età di un nonno e per questo non so se riuscirò a vedere i miei nipoti e attraverso “Io ci sarò” voglio lasciare loro una testimonianza, raccontando le mie passioni, i miei ricordi, ma senza luoghi comuni o prediche».

E quali sono le passioni che racconterà?
«Quella per la musica, quella per uno strumento. Mi presenterò anche nelle vesti di musicista, strimpellerò la chitarra e proverò ad intonare “Father and Son” di Cat Stevens, ma non fatevi grandi aspettative».

E cos’altro le piacerebbe raccontare ai suoi nipoti?
«Qualche ricordo della mia vita, ma parlerò anche di come sono cambiati i tempi, ma senza scendere in luoghi comuni come “Si stava meglio quando si stava peggio”. Nessuna predica».

Come cambia la scenografia rispetto agli show precedenti?
«Diciamo che in “Un po’ di me” non c’era mentre in “Io ci sarò” ci saranno delle immagini alle mie spalle, tra cui quella di un binario che sta a significare il viaggio della vita di cui non si vede la fine. La durata è di due ore».

Il teatro è sold out da tempo, qual è il suo segreto?
«Non lo so, mi meraviglio anche io quando vedo il teatro pieno, anche se ormai mi sono convinto di essere un po’ bravo. Comunque ringrazio chi mi segue, chi fa le recensioni. Non sono uno che interagisce con il pubblico, non amo farlo perché non voglio mettere in imbarazzo nessuno, ma mi piace riuscire a fare sorridere la gente».