Senigallia

Ciclovia Adriatica, a rischio il passaggio sul lungomare di Senigallia

La giunta ha formalmente richiesto di poter modificare il tracciato urbano del progetto che mira a unire la costa adriatica, per sfruttare i percorsi già esistenti. Ecco le motivazioni

Mobilità sostenibile: la pista ciclabile sul lungomare Da Vinci, a Senigallia
La pista ciclabile sul lungomare Da Vinci, a Senigallia

SENIGALLIA – Sempre più a rischio il progetto di pista ciclabile lungo i tratti di lungomare Mameli (dal porto al Cesano) e Italia (Marzocca). La giunta comunale ha infatti approvato la proposta da avanzare alla Conferenza dei servizi organizzata dalla Regione Marche per modificare il percorso urbano della Ciclovia Adriatica. Secondo la giunta Olivetti la presenza della corsia per le biciclette sui tratti citati di litorale senigalliese, dove la strada risulta più stretta, sarebbe deleteria per residenti e attività commerciali, costringendo alla soppressione di troppi parcheggi.

Nella seduta di giunta di giovedì 23 settembre è arrivata dunque la decisione in merito al progetto della ciclovia turistica nazionale “Adriatica”, che partendo da Chioggia (VE) giungerà al Gargano attraversando la città di Senigallia. Secondo l’attuale compagine di governo, il tragitto urbano deve essere modificato: anziché passare sul lungomare, dovrebbe sfruttare i percorsi esistenti, preservando dunque i posti auto.

La richiesta formale è stata presentata, dunque il giudizio sull’osservazione al progetto di fattibilità tecnico economica spetta – dicono dal Comune – alla Conferenza dei servizi organizzata dalla Regione Marche che vaglierà l’ipotesi nei prossimi giorni, probabilmente già oggi 29 settembre.

Una delle numerose piste ciclabili delle Marche: la pista ciclabile in zona Vivere Verde, a Senigallia
La pista ciclabile in zona Vivere Verde, a Senigallia

Cosa potrebbe cambiare in concreto. Data l’imminente realizzazione grazie ai fondi regionali del ponte ciclopedonale sul fiume Cesano che collegherà Mondolfo con Senigallia, procedendo verso sud bisognerà con collegare questa infrastruttura con la viabilità ordinaria cittadina grazie ai 380 mila euro di fondi sovra comunali già stanziati. Le biciclette potrebbero non avere dunque una corsia riservata nel tratto di lungomare Mameli fino ai sottopassi che si ricollegano con il piazzale Michelangelo, alla Cesanella. Da qui, sfruttando la pista ciclabile già esistente, si arriverebbe al Vivere Verde passando per la zona del Molinello, del parco della Pace, dello stadio e giungere così su ponte Garibaldi. Percorrendo poi il marciapiede sul lungofiume di via Portici Ercolani, trasformato in una pista ciclabile nonostante sia decisamente ristretto, si arriverà fino al mare e quindi al tracciato già esistente per continuare verso sud guardando il mare.

Un «asse green» l’ha definito l’amministrazione comunale, concepito «per valorizzare la città di Senigallia, inserendo un tratto di ciclovia all’interno del Centro Storico cittadino che permetta al fruitore di avere una visione complessiva delle bellezze artistiche e naturali della nostra città, che questa Amministrazione vuole promuovere come un unicum».

«Le motivazioni alla base di tale proposta sono di carattere tecnico – spiega l’assessore ai lavori pubblici Nicola Regine – il passaggio della ciclovia Adriatica sarebbe devastante per la perdita di posti auto. A Marzocca, dove la strada è stretta, si perderebbe un parcheggio ogni 5 metri. Al Ciarnin ne sono stati persi circa 400. E inoltre costringerebbe a un senso unico come sul lungomare Da Vinci, percorsi lunghissimi per chi deve procedere poi nell’altra direzione».

Tra le ipotesi alternative che l’amministrazione comunale ha suggerito di prendere in considerazione c’è anche quella di far passare la nuova pista ciclabile sul litorale senigalliese, tra il muretto parasabbia e le concessioni demaniali. Una proposta che, sebbene suggestiva per certi versi, sarebbe molto impattante a livello ambientale date le dune protette habitat del fratino; ma sarebbe anche molto onerosa e complicata per via proprio dei terreni demaniali da sottrarre alle attività balneari. Una proposta avanzata forse per far apparire più praticabile la prima soluzione (il passaggio verso il centro) e al contempo non dover prendere decisioni impopolari come sacrificare i parcheggi sul lungomare.