SENIGALLIA – Anche nelle scuole di Senigallia verrà lunedì 20 novembre portata avanti la battaglia per il riconoscimento dello ius soli e ius culturae. A farsi promotrice dell’iniziativa a sostegno dell’approvazione della legge di cittadinanza da parte del Parlamento italiano, è Senigallia in Rete per la Cittadinanza – un’aggregazione spontanea di insegnanti, genitori, operatori socio-culturali, cittadine e cittadini – che aderisce alla giornata di mobilitazione lanciata dalla Rete nazionale degli Insegnanti del maestro Franco Lorenzoni. Un modo per continuare la campagna di sensibilizzazione sui temi della cittadinanza per i minori figli di genitori stranieri.
In molte delle scuole cittadine di ogni ordine e grado, gli insegnanti aderenti a Senigallia in Rete per la Cittadinanza promuoveranno lunedì 20 novembre una serie di iniziative rivolte alle alunne e agli alunni sui temi dei diritti dei minori e sulla questione della cittadinanza, sfruttando la ricorrenza della giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
Tramite attività specifiche quali visioni di film da parte degli alunni, testimonianze dirette, discussioni, approfondimenti, giochi cooperativi, assemblee di’istituto degli studenti, incontri con i genitori, si cercherà dunque anche a Senigallia di sottolineare l’importanza di riconoscere la cittadinanza agli oltre 800.000 bambini nati in Italia, figli di genitori stranieri, che frequentano le scuole di questo paese e che tutti i giorni vivono, giocano e studiano a fianco di tutti gli alunni nelle scuole italiane.
Alcuni degli insegnanti aderenti alla Rete cittadina inoltre, al fine di dare ancora più forza alla campagna di sensibilizzazione, aderiranno allo sciopero della fame, promosso a livello nazionale sempre per la giornata di lunedì prossimo.
«Noi insegnanti, genitori, operatori socio-culturali, cittadine e cittadini siamo testimoni che il processo di acquisizione della cittadinanza (diritti e doveri) da parte dei minori nati in Italia da genitori stranieri e frequentanti le scuole del nostro paese è già in atto; approvare questa legge ora, prima della fine del mandato parlamentare in corso, è una atto di lungimiranza, di inclusione e vera integrazione, di giustizia per sancire ciò che già nei fatti e nella sostanza è in essere».
L’iniziativa cade appunto nella ricorrenza della giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, che ricorda il giorno dell’approvazione a New York della Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia, il 20 novembre 1959. Una ricorrenza che serve anche per fare il punto sulla situazione dei bambini stranieri immigrati in Italia e sulle loro condizioni di salute, di integrazione, di accesso ai servizi pubblici, insomma in due parole, sui diritti civili. Diritti che spesso sono ancora negati a molti giovani e giovanissimi che arrivano in Italia, come si è ricordato nel convegno sui minori stranieri in Italia svoltosi il 12 e 13 ottobre alla biblioteca comunale Antonelliana di Senigallia.
L’evento era organizzato dalla SIMM (Società italiana di medicina delle migrazioni) in collaborazione con SPRAR (Sistema di protezione rifugiati e richiedenti asilo) e GrIS Marche. Durante il convegno si è dibattuto su come garantire l’accoglienza, l’integrazione, l’orientamento e la formazione dei 287 minori stranieri non accompagnati (MSNA) presenti nella regione Marche, ma anche su quale strategia adottare nei confronti dei cosìdetti “orfani bianchi”, i figli di donne migranti che abbandonano il loro Paese per tentare fortuna come badanti. Spesso le mamme lasciano i loro figli ai nonni, di notte, quando i bambini dormono, innescando nei piccoli un senso di colpa incurabile. Li chiamano anche “figli dell’addio” o “figli del silenzio” e vivono complicazioni psicologiche e affettive durissime.
Casi questi non certo rari, tutt’altro: è per questo che realtà come la Caritas – partner per Senigallia del sistema Sprar – hanno scelto di focalizzare l’attenzione sui minori stranieri presenti in Italia, da soli o accompagnati, ma tutti accomunati dalla necessità di trovare accoglienza e risposta ai loro diritti, come quello della cittadinanza.