SENIGALLIA – Torna a farsi sentire il coordinamento dei Comitati alluvione maggio 2014, chiedendo rimborsi e opere pubbliche per la messa in sicurezza del territorio. Finora «siamo stati in silenzio, sia perché direttamente colpiti e quindi impegnati a spalare il fango, sia per il doveroso rispetto per le vittime decedute e ai loro cari a cui va la nostra vicinanza: conosciamo quel dolore e quella rabbia. Ancora una volta, come il 3 maggio 2014, si ripete una catastrofe e questa volta ancora più violenta e imponente, aggiungendo ferite a quelle ancora aperte».
Dal coordinamento dei vari comitati coinvolti nella precedente alluvione, che si sono riattivati in occasione di questo recente disastro, arrivano alcune considerazioni e riflessioni. Innanzitutto si deve smettere di parlare di «eventi imprevedibili ed eccezionali», perché seppure la quantità d’acqua caduta sia stata stavolta superiore al 2014, il problema rimane la sicurezza del fiume e l’allerta alla popolazione che, in alcuni Comuni che hanno subito l’alluvione, «è mancata». «È possibile che un fiume periodicamente crei morte e danni o semplicemente ci costringa a salire ai “piani alti”, per chi ce li ha? Il problema è sotto gli occhi di tutti, il fiume è pericoloso e da decenni non sono stati fatti i lavori necessari per mitigare il rischio idrogeologico». E parte della responsabilità per queste tragedie che si ripetono sempre più frequentemente è da ricondurre in capo a chi «usa il territorio e la sua pianificazione per interessi privati», a cui si aggiunge «l’inadeguatezza, superficialità e incoscienza» di alcuni responsabili degli «enti che dovrebbero occuparsi della sicurezza dei corsi d’acqua».
Di una cosa sono certi i comitati degli alluvionati di Senigallia, che si sono riuniti in un coordinamento a cui si aggiungeranno i cittadini recentemente colpiti dal nuovo disastro: «Purtroppo l’alluvione del 2022 è figlia delle stesse problematiche di quella del 2014, nessuno ci credeva ma oggi tutto quello che dicevamo allora il 15 settembre 2022 si è rivelato terribilmente vero». Da qui le richieste perché vengano definiti velocemente i risarcimenti dell’alluvione del 2014 e così quelli del 2022, perché la comunità in ginocchio non si rialzerà senza un intervento economico. Ma soprattutto viene chiesto un «progetto globale di messa in sicurezza del bacino idrografico del fiume Misa-Nevola e programmare e realizzare gli interventi necessari».
Nel frattempo, arriva dagli stessi alluvionati la promessa di dare battaglia anche stavolta: «Se qualcuno pensa che ci tireremo indietro per far valere le ragioni di tanti alluvionati e per chiedere che il Misa venga sistemato si sbaglia. Abbiamo dato prova di essere liberi e determinati nello stare in un processo penale per 8 lunghi anni, oggi trasferito a L’Aquila e soprattutto di non fare alcuno sconto a nessuno». «Lo stesso faremo di fronte a questa ennesima alluvione che ha messo in ginocchio la nostra comunità e lo faremo senza fermarci davanti a nulla ed a nessuno, oggi più convinti che mai che dobbiamo lottare tutti insieme», «contro una pubblica amministrazione che da decenni non si preoccupa dell’incolumità dei propri cittadini. Anche stavolta le responsabilità ci sono, variegate, ma ci sono», concludono dal “coordinamento dei comitati alluvione maggio 2014 – 2022”.