SENIGALLIA – Il settore del commercio ambulante locale, che accusa il governo di essersene dimenticato, chiama in causa il sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi auspicando la possibilità di autorizzare la ripresa del mercato cittadino. Il quale da quasi due mesi è stato azzerato per via delle restrizione legate al coronavirus. Ora c’è l’apertura da parte del Comune a valutare altre sedi per lo svolgimento delle attività, purché la bussola sia sempre quella del distanziamento sociale e della massima cautela.
A sollevare la questione è stato uno degli imprenditori di Senigallia, nonché consigliere comunale a Trecastelli, Giorgio Terenzi. Le attività al dettaglio potranno ripartire dal 18 maggio, ma nulla è stato precisato circa il commercio ambulante. Eppure, trattandosi di un’attività all’aperto, non dovrebbero esserci particolari criticità se si tengono bene a mente le misure per evitare il diffondersi del contagio da coronavirus.
Gli ambulanti hanno chiesto al sindaco di Senigallia di sfruttare gli ampi spazi di piazza Garibaldi e di spostare le bancarelle sul lungomare o sul lungofiume per consentire la ripresa del mercato, ovviamente utilizzando i guanti che sarebbero disposti persino a fornire loro stessi. Fino a oggi però non c’erano stati spiragli di apertura: ora è arrivato un primo segnale distensivo.
Mangialardi dal canto suo ha reso noto che anche il settore del commercio ambulante – come altri – necessita di maggior chiarezza da parte del governo Conte. La crisi sanitaria a cui è seguita quella economica, non deve trasformarsi anche in emergenza sociale. Ma è quello che succederà se non si permetterà subito di ripartire. E allora come fare? Il sindaco di Senigallia si è dichiarato disponibile a ragionare sulla «ripresa del mercato in piazza Garibaldi, purché ciò avvenga nel rigoroso rispetto delle regole, prima fra tutte quelle inerenti il distanziamento sociale, e magari mettendo a disposizione dei clienti tutti quegli accorgimenti necessari a evitare possibili contagi come la distribuzione di guanti monouso».
Ma anche riguardo il trasferimento temporaneo – cosa già fatta in passato per esigenze di spazi, per cantieri edili o manifestazioni sportive, quindi non ci dovrebbero essere “paletti” burocratici in questa occasione – sul lungomare di Senigallia o sul lungofiume Misa delle bancarelle e attività solitamente posizionate sotto i Portici Ercolani «credo non ci siano ostacoli».
Fermo restando che il sindaco e presidente Anci Marche sta lavorando – e questo vale non solo per il commercio ambulante – per la cancellazione di alcuni tributi per il periodo di inattività e per una rimodulazione relativa al resto dell’anno 2020.