SENIGALLIA – Non vivono un momento florido il commercio e l’artigianato cittadini. Che la crisi non fosse conclusa a causa della pandemia era più o meno risaputo; ma che neanche più i classici periodi come i saldi potessero risollevare le sorti delle imprese era forse un dato non del tutto chiaro. Così è, invece, per lo meno a Senigallia, dove la situazione vede dei cali importanti negli acquisti e nei fatturati.
Se verso la fine dell’anno scorso si era registrata una sostanziale tenuta del commercio grazie al clima natalizio, passate le feste si è ripiombati in una crisi nera. «Con l’inizio dell’anno e l’arrivo dei saldi invece c’è stata un’inversione di tendenza tanto da registrare cali di fatturato di oltre il 30% su tutta la provincia – spiega Giacomo Mugianesi, responsabile Cna Senigallia – e così anche sulla spiaggia di velluto. Tra i motivi che hanno portato a questa situazione c’è sicuramente l’aumento generale dei costi e delle bollette, che spingono molte persone e famiglie a rinunciare a qualche acquisto non fondamentale, così come spaventa l’incertezza internazionale che potrebbe peggiorare la situazione».
Preoccupata anche la Confartigianato: il segretario locale Giacomo Cicconi Massi spiega che «artigianato e commercio sono in grandissima sofferenza, con cali tra il 20 e il 30% in meno. Incidono molto, oltre al caro consumi, anche altri fattori. La pandemia ha ancora vari effetti negativi, soprattutto psicologici: molte persone rinunciano a recarsi nei negozi non solo per paura dei contagi ma anche per dover ogni volta esibire il Green pass, che certamente rallenta le operazioni. Di conseguenza si acquista di più on line, con la comodità che il bene ti arriva a casa in pochi giorni, anche la domenica».
Al cambiamento nella mentalità del consumatore si deve aggiungere anche un mutamento delle stesse dinamiche commerciali: «Il fatto che ci siano continue occasioni di shopping e offerte, tessere fedeltà che permettono sconti importanti – continua Cicconi Massi – rendono meno unico e meno appetibile il momento dei saldi: a parte rare eccezioni, quasi tutte le attività senigalliesi hanno registrato cali importanti negli acquisti e già prima della metà di febbraio l’entusiasmo iniziale è praticamente esaurito».
Da qui l’appello alle politiche nazionali che possano incentivare realmente le imprese e le famiglie: da un lato servono meno contributi assistenzialistici e più riforme che diano stabilità e prospettive alle persone; dall’altro, a livello locale, sarebbero utili nuovi spunti e idee che diano slancio al commercio, affiancandole a misure straordinarie come riduzioni delle tasse. «Serve una vera tutela dell’impresa – conclude Cicconi Massi – che ancora non c’è nonostante i vari tavoli di confronto, anche comunali. Le associazioni di categoria sollecitano continuamente le istituzioni ma servono anche coraggio e lungimiranza da parte delle amministrazioni pubbliche».