SENIGALLIA – Continua il dibattito sulle commissioni consiliari permanenti, votate pochi giorni fa in consiglio comunale. Si tratta di quegli organismi in cui vengono approfonditi i temi che, una volta licenziati, saranno poi oggetto di discussione e votazione in consiglio. Dopo la riforma del regolamento che ha portato da 7 a 4 il numero di tali commissioni, la maggioranza ha avanzato una proposta per concedere una presidenza alla minoranza, dalla quale però è arrivato un “no” all’accordo.
«Con spirito collaborativo e con senso di responsabilità che dall’inizio del mandato amministrativo ci contraddistinguono – affermano tutti i consiglieri di maggioranza consiliare in coro, eccezion fatta per Luigi Rebecchini – è nostra intenzione, anche se alcuna norma di legge e di regolamento lo prevede, assegnare ai gruppi di minoranza la presidenza della prima commissione permanente (affari generali, personale, statuti, regolamenti, politiche UE, innovazione)». QUI I COMPONENTI DI TUTTE LE COMMISSIONI.
Lo spunto nasce però proprio dal consigliere di Forza Italia non incluso tra i firmatari della nota stampa, Rebecchini. Lo scorso 28 marzo, in occasione della votazione in consiglio, aveva sottolineato la necessità o di istituire una commissione di controllo da assegnare alla minoranza, come avviene in altri comuni, anche di centrodestra, oppure di lasciare alla minoranza la presidenza della prima commissione che si occupa anche di regolamenti e statuti. Proposta inizialmente non recepita dalla stessa maggioranza, di cui Rebecchini da parte da outsider, ma poi avanzata alla minoranza a seguito di un confronto tra il consigliere forzista e il sindaco Massimo Olivetti.
«I consiglieri di maggioranza – continuano – nel rispetto dell’assetto istituzionale del Consiglio, credono che l’attribuzione della prima commissione ai gruppi di minoranza possa rappresentare il giusto ed opportuno tentativo di offrirle uno spazio importante. Proporre alla minoranza di guidare una commissione su quattro significa anche riconoscerle una partecipazione e una condivisione attive di responsabilità istituzionale che, attraverso l’assunzione della guida della prima commissione, diventano l’occasione concreta per dimostrare una loro partecipazione di qualità».
Netta la risposta dell’opposizione che passerebbe così dalla presidenza di una commissione su sette (quella fondamentale del bilancio su cui si era consumato lo strappo tra il presidente di commissione Campanile e il presidente del consiglio comunale Bello) a una su quattro. Il problema è che avrebbe la presidenza di una commissione che è stata in parte alleggerita di poteri, dato che sul regolamento del funzionamento del consiglio comunale e delle commissioni l’ultima modifica ha in più punti rafforzato la figura del presidente del consiglio comunale.
Parte da questa premessa quindi la risposta della coalizione di centrosinistra che rifiuta l’accordo: «Da un lato (la maggioranza, Ndr) declama la democrazia come elemento fondante di una comunità coesa e unita, dall’altro rimarca quindi che finora qualcosa non aveva funzionato. Ora, con una decisione unilaterale – del tipo “decidiamo noi come cosa e quando” – si cerca di porre rimedio al passato con un modo alquanto maldestro. Come a inizio consiliatura, proporremo donne e uomini alle presidenze di tutte le commissioni, senza alcuna concessione da parte della maggioranza», spiegano i gruppi consiliari di Partito Democratico, Diritti al Futuro, Vivi Senigallia e Vola Senigallia.
«Ci comporteremo allo stesso modo di inizio mandato, quando l’unica commissione all’opposizione fu votata con l’apporto decisivo della maggioranza, che decise di votare il consigliere Campanile. In piena coerenza con quanto fatto precedentemente, proporremo, a livello di coalizione di centrosinistra, persone competenti e capaci che siano in grado di presiedere ogni commissione».