SENIGALLIA – Mentre in aula consiliare si svolgeva un’analisi dell’emergenza coronavirus e sulle prospettive dell’ospedale senigalliese, all’esterno c’era chi manifestava per quel diritto a una sanità efficiente troppo spesso divorato da altri interessi. Così si potrebbe riassumere la mattina di sabato 11 luglio a Senigallia, quando si è riflettuto sulla crisi sanitaria e sulla gestione a livello locale.
A Senigallia l’ospedale è stato tra quelli classificati Covid positivo: la sua riorganizzazione fatta in fretta e furia, a volte in mancanza di linee guida, ha contribuito a salvare molte vite umane. Questo concetto è stato più volte ribadito durante il Consiglio Grande voluto dal sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi e dal presidente del consiglio comunale Dario Romano, che ha visto anche le relazioni del governatore Luca Ceriscioli, del direttore del distretto senigalliese Alessandro Marini e dell’assessore comunale ai Servizi sociali Carlo Girolametti.
L’iniziativa aveva lo scopo di «dare alla comunità un’occasione di confronto e partecipazione» sui mesi scorsi, drammatici e concitati. Purtroppo si è svolta a porte chiuse per le restrizioni ancora in atto, con la comunità, di fatto, tagliata fuori.
Diversi gli interventi per ribadire che la crisi, che ha colpito molto duramente le Marche e tutto il mondo, ha costretto a fronteggiare una situazione senza precedenti. «L’obiettivo di questa giornata – ha sottolineato il governatore Ceriscioli – è riflettere assieme su quella che è stata una vicenda epocale con la volontà di riconoscere il lavoro svolto nei mesi più difficili della pandemia, traendo gli insegnamenti e le linee guida per il futuro, ma anche per chiarire scelte che forse si fatica ancora a comprendere. Tra queste quella dell’utilizzo delle terapie intensive e semi intensive, che ora tutti sembrano volere. In realtà si tratta di attrezzature utilizzabili solo durante il picco pandemico e averle significa trasformare chi ne dispone in ospedali Covid. Fatto che va limitato il più possibile per preservare la possibilità di avere più strutture capaci di rispondere alle altre patologie, che ovviamente non scompaiono durante l’emergenza sanitaria».
Proprio su questo punto è intervenuto il dott. Andrea Ansuini, responsabile della rianimazione dell’ospedale di Senigallia, sottolineando come l’assenza di una preparazione a situazioni simili, la «mancanza di linee guida e di informazioni sul nemico invisibile» abbiano di fatto decretato la morte di molte persone, soprattutto anziane, specialmente nei primi periodi. E il personale dell’ospedale, tutti coloro che ci lavorano, ha fatto un lavoro incredibile per poter fronteggiare la situazione, «uscendone stanco fisicamente e distrutto psicologicamente».
«È evidente – ha dichiarato il sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi – che questa esperienza ci indica chiaramente la strada da seguire in futuro e le modalità con cui va ripensato il nostro modello sanitario, attraverso la crescita dei servizi e della medicina del territorio, che in questa fase abbiamo sperimentato grazie a tanti medici di base e che ha consentito a Senigallia di essere il primo comune ad attivare le Unità Speciali di Continuità Assistenziale per curare i malati a domicilio e circoscrivere il numero dei ricoveri in ospedale. L’obiettivo è evitare che un nuovo innalzamento dei contagi torni a mettere sotto pressione le strutture ospedaliere, pregiudicando o limitando il funzionamento delle prestazioni di ricovero previste. Ovviamente, in questo quadro, come ho già detto in altre occasioni, un ruolo fondamentale potrà e dovrà averlo l’ospedale di Senigallia, che ha dimostrato di avere tutte le competenze professionali e umane per rispondere alle esigenze della popolazione, nell’emergenza come nella quotidianità. Certo, servirà un piano di rilancio, ma su questo siamo già al lavoro con la Regione Marche per investimenti mirati al potenziamento del piano occupazionale e l’acquisto di nuove strumentazioni. In questo ambito, abbiamo già predisposto tutto per essere pronti a recepire le risorse che certamente arriveranno dal ministero e dall’Unione europea con progetti concreti».
«Un momento di grande democrazia nonostante le difficoltà» ha sottolineato il presidente del consiglio comunale Dario Romano, mentre alcuni partiti politici e cittadini riuniti nel comitato a difesa dell’ospedale di Senigallia tuonavano contro la politica locale e regionale considerata la principale «responsabile» delle difficoltà nel mondo della sanità pubblica. Difficoltà causate da continui tagli e riorganizzazioni aziendali che, nella pratica, sottraggono risorse economiche e umane, a discapito dei servizi all’utenza.