SENIGALLIA – Si è svolto nell’aula consiliare un affollato incontro del contratto di fiume Misa-Nevola. Si tratta di un momento del complesso percorso di dialogo tra enti istituzionali, associazioni del territorio, cittadini e stakeholders per l’adozione di un sistema di regole condivise nella gestione del bacino idrografico Misa-Nevola e per la pianificazione, coordinata ed efficace, degli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria. Ma proprio la mancata condivisione degli interventi è stata al centro del dibattito, prolungatosi per ore.
Oggetto della riunione era la discussione sulla nuova fase che si va ad aprire: superata la fase di analisi del territorio e delle sue problematiche (quadro conoscitivo), e passata l’approvazione della strategia globale di pianificazione si doveva votare un documento strategico, il piano del Programma d’Azione e del Primo piano d’Azione.
In quelle righe ci sono le soluzioni che dovranno risolvere le criticità del bacino idrografico senigalliese su alcune direttrici come la risposta alla domanda di sicurezza idraulica idrogeologica, l’implementazione dell’agricoltura e di prodotti locali di qualità, la fruizione dell’ambiente fluviale e lo sviluppo sostenibile. Direttrici condivise dalla Regione Marche, come esplicitato dall’assessore all’ambiente Sciapichetti durante la seduta del contratto di fiume Misa-Nevola.
Diversi gli interventi da parte di esponenti politici come Giorgio Sartini (Senigallia Bene Comune), il quale ha chiesto nuovamente che venissero date le risposte finora mancanti in merito alle stime tecniche sulle opere in questione (fosso Sambuco, ponte II Giugno, vasche di espansione): le stime dei vari tecnici incaricati non sarebbero congruenti e il rischio è quello di sprecare risorse con progetti che di partenza potrebbero non essere adeguati.
Anche alcune associazioni come Confluenze e il raggruppamento di Fridays For Future – Senigallia sono intervenuti in aula: Luciano Montesi, presidente di Confluenze ha voluto rimarcare la mancata manutenzione del fiume Misa, nonostante le numerose proposte a costo zero pervenute al tavolo del contratto di fiume e allo stesso Consorzio di Bonifica. Da parte dei manifestanti ambientalisti – che lo scorso mese di settembre si sono recati nelle zone di cantiere bloccando le ruspe sugli argini – è stato sottolineato il poco o scarso peso che ha il parere dei cittadini: «Abbiamo bloccato le ruspe – tuona Vittorio Sergi – perché non c’è dialogo e ormai la misura è colma, i cittadini vogliono essere ascoltati e d’ora in avanti agiranno pubblicamente».
Da più realtà è emersa l’esigenza di passare ai fatti concreti: il coordinamento dei comitati degli alluvionati ha espresso tramite il rappresentante Mencarelli la necessità che si faccia chiarezza sui criteri usati per stabilire le priorità dei lavori. «Perché si stanno monitorando gli argini appena rifatti e non quelli critici già segnalati? Perché non si è ancora raddrizzato il fosso del Sambuco che tracima a ogni occasione? Perché ancora non si è nemmeno progettato il rifacimento di ponte Garibaldi?»
Tra i referenti istituzionali aderenti al contratto di fiume, il sindaco di Ostra Federica Fanesi ha chiesto con forza che «non venga nuovamente dimenticato l’entroterra», mentre dall’amministrazione comunale senigalliese il vicesindaco Maurizio Memè è intervenuto per dichiarare che nonostante le incomprensioni e difficoltà, questo tavolo di confronto è importante per poter mitigare il rischio idrogeologico nelle varie zone interessate. Ha voluto inoltre ricordare anche gli sforzi fatti per modificare il piano di emergenza con le prescrizioni sulla perimetrazione del Pai del 2016 (a seguito dell’alluvione del 2014) e che l’azione di informazione dei cittadini continuerà anche con l’invio di cartoline esplicative dei rischi e delle azioni da compiere.
Ha chiuso i lavori l’assessore regionale Angelo Sciapichetti rimarcando la necessità che si facciano gli interventi che gli organi tecnici della Regione hanno evidenziato. Sulle polemiche per i ritardi nei lavori, l’esponente di palazzo Raffaello ha replicato che fino a pochi anni fa non erano stanziate nemmeno 500mila euro per tutto il territorio regionale, mentre adesso grazie all’impegno di tutti si sono reperiti diversi milioni di euro che serviranno per le vasche di espansione alle Bettolelle, per il rifacimento del ponte II Giugno, per il raddrizzamento del fosso del Sambuco e per l’escavo della foce del fiume Misa che i cittadini chiedono da anni.