Senigallia

Contratto di fiume, Senigallia passa alla fase degli interventi

Fuori dal coro il Coordinamento Volontarie/I Alluvione 2022: «Mettere in discussione la logica del ripristino e del ritorno alla normalità, quando era proprio la normalità stessa il problema»

Sottoscritto il contratto di fiume da enti, istituzioni e associazioni di Senigallia
Sottoscritto il contratto di fiume da enti, istituzioni e associazioni di Senigallia

SENIGALLIA – Sottoscritto il contratto di fiume, uno dei primi in Italia. E così per l’area di Senigallia e del suo entroterra scatta la fase due, quella degli interventi per una corretta gestione della risorsa fiume, dopo anni e anni di dibattiti e riunioni. Tra le numerose sigle aderenti però c’è anche chi non ha firmato l’accordo: è il caso del Coordinamento Volontarie/I Alluvione 2022 che ribadisce come cittadini e comitati non siano ancora protagonisti nelle decisioni che li riguardano.

Dopo anni di incontri, a partire dal post alluvione del 3 maggio 2014, è entrato nella fase operativa il contratto di fiume, quel piano per la gestione del territorio e quel tavolo a cui siedono la Regione Marche, tutti i comuni delle valli Misa e Nevola, gli stakeholder che hanno partecipato ai lavori e quindi le associazioni di categoria, le associazioni sindacali, di volontariato, culturali e i comitati degli alluvionati.

Alla sottoscrizione in sala consiliare di Senigallia, lo scorso 28 marzo, erano presenti l’assessore regionale alla protezione civile Stefano Aguzzi, il sindaco di Senigallia Massimo Olivetti, il sindaco di Barbara Riccardo Pasqualini, di Trecastelli Marco Sebastianelli, di Corinaldo Gianni Aloisi, l’assessore del Comune di Ostra Alberto Agarbati e altri esponenti e consiglieri comunali. E ancora: i rappresentanti di tutte le associazioni che hanno partecipato ai lavori come stakeholder, nonché i componenti della segreteria del contratto di fiume ed i funzionari regionali che hanno seguito in tutti questi anni il lavoro dell’assise.

Trionfale l’annuncio del Comune senigalliese: «Si tratta di una pietra miliare. Grazie al contratto di fiume operativo si potranno avere tutti gli strumenti necessari ed essenziali per la gestione e la sicurezza del fiume Misa e Nevola ed anche un tavolo di confronto per migliorare e far crescere i territori attraversati dai nostri due fiumi. Grande soddisfazione da parte di tutti per questo importante risultato raggiunto di 10 anni di confronto e discussione tra tutti i soggetti coinvolti nella redazione, in particolare dall’Assessore all’ambiente di Senigallia Elena Campagnolo, che in questi anni del suo mandato si è spesa senza sosta per raggiungere questo difficile obiettivo. Ricordiamo che questo è uno dei primi contratti di fiume sottoscritti in Italia ed è davvero un grande vanto essere riusciti a raggiungere questo storico traguardo».

Se può finalmente iniziare la seconda fase, quella per mettere in atto tutte le azioni previste per raggiungere gli obiettivi concordati, si registra però la voce fuori dal coro del Coordinamento Volontarie/I Alluvione 2022. «Rappresenta il punto di arrivo nella forma, ma di partenza nella sostanza, di un percorso iniziato ufficialmente nel 2015 con la prima costituzione del Contratto di Fiume. L’obiettivo dell’accordo è difatti quello di definire le modalità del processo partecipativo da mettere in atto e le linee d’indirizzo strategico del piano d’azione per la ricostruzione. Rileviamo diverse criticità nel metodo e nel contenuto presentato nel documento». 

Le modalità operative con cui è articolato il processo di affidamento e monitoraggio degli interventi nel processo partecipativo e la loro importanza «rendono, ancora una volta, le parti sociali – comitati, associazioni, cittadine e cittadini – interlocutori non protagonisti di un territorio che vivono, lavorano e abitano. E questo senza dettagliare i criteri necessari per approvare gli affidamenti in somma urgenza che vedranno impegnati la maggior parte dei finanziamenti pubblici per la ricostruzione». 

Pur consapevoli che le indicazioni del piano d’azione 2023 siano essenziali per iniziare un processo, gli alluvionati credono altrettanto «essenziale, dopo due alluvioni come quella del 2014 e del 2022 e dopo il disastro in Emilia-Romagna e in Toscana, mettere in discussione la logica del ripristino e del ritorno alla normalità, quando era proprio la normalità stessa il problema». Perciò, continueranno la battaglia a fianco di chi ha invece sottoscritto l’accordo con le istituzioni, «pronti se le ragioni del profitto, delle clientele politiche ed economiche, verranno ancora una volta anteposte a quelle delle e degli abitanti e dell’ecosistema fiume».