Senigallia

Contratto non stipulato dopo la prova alla casa di riposo, è polemica a Senigallia

«Mi hanno chiesto la documentazione per il contratto e poi hanno giustificato il fatto che il colore della mia pelle infastidiva gli ospiti». La cooperativa: «Mai promesso nulla»

SENIGALLIA – Alcuni giorni di prova in un istituto per anziani e poi il mancato contratto. Questo è il nodo all’origine della questione tra una 40enne di origini senegalesi e la cooperativa senigalliese Progetto Solidarietà che non ha stipulato il contratto di lavoro con la donna dopo che erano emersi spiacevoli commenti da parte di alcuni ospiti.

La vicenda è accaduta verso la metà di aprile, quando la donna, madre di due figli, era stata affiancata a un’operatrice per conoscere le mansioni da svolgere all’interno della casa di riposo Opera Pia Mastai Ferretti. Al termine di queste giornate di prova però la cooperativa ha deciso di non far lavorare lì la donna, visto anche alcuni commenti che qualche anziano si era lasciato sfuggire.

«All’inizio dovevano essere due giorni di prova non retribuiti, poi ne ho fatti altri due – spiega Fatima Sy, la 40enne di origine senegalese da 15 anni residente a Senigallia – al termine dei quali mi hanno chiesto anche la documentazione per stipulare il contratto. Dopo un paio di giorni mi hanno detto che non si poteva fare e non per questioni lavorative, ma per il colore della mia pelle che, a loro dire, avrebbe infastidito alcuni anziani. Io, quando sono andata lì, non ho mai ricevuto alcun tipo di commento razzista, anzi dopo soli quattro giorni già gli anziani mi riconoscevano e mi chiamavano per nome. A mio avviso qualcuno non si è comportato in modo leale».

Sulla questione è intervenuta poi la presidente della cooperativa Progetto Solidarietà, Paola Fabri: «Noi non avevamo promesso alcun contratto. Non avendo una qualifica di operatrice socio-sanitaria e non avendo mai lavorato con noi, l’avevamo affiancata al personale per vedere se era idonea a svolgere determinate mansioni all’interno della casa di riposo. Saputo dei commenti, abbiamo preferito non confermarla in quell’ambiente perché a nostro avviso non era l’ideale, ma avremmo provato altre soluzioni in base alle esigenze della cooperativa e delle realtà con cui collaboriamo. Siamo stati secondo noi prudenti nei suoi confronti, ma da qui a dire che gli anziani ospiti della struttura sono razzisti ce ne passa, così come non possiamo essere accusati noi: quasi il 20% dei nostri collaboratori è di origine straniera. Avremmo preferito che per qualsiasi dubbio ci avesse chiamato, ma non ci ha mai contattato, ora vedremo come comportarci».