Senigallia

«Abbiamo pochi giorni di autonomia»: l’allarme della Croce Rossa di Senigallia in emergenza Coronavirus

Andrea Marconi, presidente del comitato locale Cri: «Entro breve saremo in crisi per le mascherine chirurgiche e gli altri dispositivi di protezione individuale. Aiutateci con la raccolta fondi»

Andrea Marconi, presidente del comitato di Senigallia della Croce Rossa Italiana
Andrea Marconi, presidente del comitato di Senigallia della Croce Rossa Italiana

SENIGALLIA – Mezzi dedicati, equipaggi separati, volontari impegnati in varie tipologie di servizio, nella raccolta fondi e materiali per poter continuare l’attività e poi tanta formazione. Sono questi i cardini attorno a cui ruota l’operatività del comitato di Senigallia della Croce Rossa Italiana, ancora alle prese – come tante altre realtà in tutta la nazione – con la scarsità di dispositivi di protezione individuale, mille difficoltà e paure. A raccontarci come si sta vivendo questa situazione legata all’emergenza Coronavirus è il presidente Andrea Marconi, in carica da poco più di un mese.

Una partenza con il botto, non c’è che dire.
«Be’, nessuno poteva immaginarsi una situazione simile che ha di fatto fermato tutte le attività a margine dei servizi 118, trasporti sanitari e per dialisi per le quali avevamo avuto la necessità di allargarci in una seconda sede. Tra l’altro, l’emergenza impegna tutti con orari davvero stressanti: come tutti i volontari, che ringrazierò sempre, anche io, oltre al lavoro, poi dedico tutto il resto della mia giornata alla Croce Rossa, praticamente sono attivo h24».

La situazione è migliorata sul fronte scorte di materiali e dispositivi di protezione rispetto a un primo allarme lanciato qualche giorno fa?
«Abbiamo avuto un parziale rifornimento che però non durerà a lungo. Entro pochi giorni saremo di nuovo in crisi per quanto riguarda le mascherine chirurgiche e gli altri dispositivi di protezione individuale, come i camici, le cuffie, i calzari. E tra l’altro, oltre alla difficoltà nel reperirli, è aumentato vertiginosamente il costo che metterà in crisi il nostro comitato anche per quanto riguarda il bilancio».

Come vi siete organizzati in Croce Rossa per questa situazione di emergenza legata al Coronavirus e poter quindi portare avanti le varie attività?
«Abbiamo dedicato due ambulanze al servizio di 118 quindi per le emergenze, in modo che una possa essere sempre attiva sul territorio, ovviamente allestite con teli e altri strumenti per ridurre il rischio di contaminazione del mezzo e delle persone che vi salgono a bordo. Poi abbiamo altri due veicoli che girano per il servizio di trasporto sanitario e quattro pulmini per il trasporto delle persone dializzate, anche questi allestiti per far fronte alla situazione Covid-19. Infine, anche nella nuova sede operativa abbiamo preso delle precauzioni, organizzando gli equipaggi in stanze e percorsi diversi in modo da, in caso di contagio di un volontario, avere sempre qualcun altro pronto a partire».

Avete organizzato corsi di formazione per il personale?
«Abbiamo istruito tutti, a cominciare dai dipendenti e via via a cascata con tutti i volontari (LA TESTIMONIANZA), perché la situazione venga presa molto seriamente. Abbiamo fatto corsi e video perché tutti, anche da casa, possano capire come ci si protegge, come si proteggono gli altri volontari, pazienti e utenti. Per esempio su come usare correttamente i dispositivi di protezione, anche per non sprecarli: un dipendente è sempre incaricato di istruire i volontari che di volta in volta prestano servizio anche in queste giornate in cui potrebbero stare a casa e godersi gli affetti familiari. Ho anche disposto che il personale in servizio si misuri la temperatura tre volte per ogni turno, a inizio, metà e fine servizio, in modo da poter tenere il più sotto controllo possibile la situazione. Ovviamente poi se la misurano anche a casa».

Uno sforzo importante per il comitato di Senigallia della Croce Rossa…
«Decisamente. I nostri volontari, che quotidianamente mettono il loro tempo e la loro salute al servizio della comunità, cominciano ad andare in affanno: i turni si fanno sempre più sfiancanti, i dispositivi di protezione individuale sono ormai introvabili e le nostre scorte si stanno azzerando rendendo impossibile l’intervento in caso di necessità. Abbiamo pochi giorni di autonomia. Per questo abbiamo organizzato una raccolta fondi sia tramite la piattaforma www.gofundme.com/f/qu7x6-emergenza-corona-virus sia tramite donazioni direttamente sul conto corrente bancario: IT94H0849121302000240180766 presso il Banco Marchigiano Credito Cooperativo, con causale “Emergenza Coronavirus”. Molto materiale ci è stato donato anche dalle imprese, associazioni e circoli del territorio vallivo e di questo siamo davvero grati, anche perché in molti hanno voluto esserci vicini senza che lo chiedessimo; questo però non basta e dobbiamo fare di più per permetterci di aiutare la comunità».