Senigallia

Coronavirus, “Lettera di un’infermiera italiana”: intervista a DJ Gruff

Il disc jockey ha tradotto in canzone la lettera di Michela Venturi, infermiera del reparto Covid di Senigallia. Qui ci racconta cosa lo ha spinto e il significato della musica in questi giorni difficili. Lo fa a suo modo. Ad arte

All’angoscia e al senso di profonda incertezza scaturiti dall’emergenza Coronavirus, DJ Gruff, spronato dal suo amico perfusionista cardiovascolare Dario Fichera, ha pensato di reagire con l’arte e con la solidarietà. Ecco che è nato il progetto discografico corale I migliori pensieri, che ha coinvolto oltre 200 artisti tra musicisti, cantanti, writers e attori (tra questi Asia Argento), a sostegno di Emergency e di chi è in prima linea nella lotta al Covid-19 (qui il link per le donazioni). L’album finora comprende due tracce, la prima dal titolo I migliori pensieri (come il nome del progetto stesso), la seconda, uscita da poco, dal titolo Lettera di un’infermiera italiana, che traduce in scratch, recitazione e note la lettera che Michela Venturi, infermiera del reparto Covid dell’ospedale di Senigallia, rivolse al presidente del Consiglio Giuseppe Conte (abbiamo già illustrato il progetto, qui, con interviste ad Asia Argento e Dario Fichera).

Ora DJ Gruff, nome d’arte di Sandro Orrù, disc jockey noto per l’originalità con cui esegue scratch manipolando e ideando suoni, ci racconta in prima persona il progetto. Lo fa a suo modo. Ad arte.

DJ Gruff, perché per la seconda traccia del progetto hai scelto la lettera di Michela Venturi? Cosa ha smosso?
«Ci sono parole che, se messe assieme in un certo modo, suonano. Ho smesso con smosso e ho scommesso su esco commosso.
Leggendo la lettera me la sono immaginata recitata con le voci di chi sa fare…
Ho chiesto subito ad Asia e ho chiamato il mio socio Antonio Tarantino. 
Come secondo pezzo serviva qualcosa di reale:
il pensiero di chi sacrifica la propria vita e quella dei suoi cari per cercare di salvare quella del prossimo 
tutto questo lo fa in mezzo a mille “intoppi” e diavolerie varie che tra le altre cose nel momento del bisogno totale non hanno fatto arrivare mascherine guanti tubi etc tramite giri stronzi burocratici e sdoganamenti europeizzati… regole scritte da gente impazzita che evidentemente ci vuole male. Ma possiamo stare tranquilli perché hanno tutti tantissime proposte e soluzioni molto molto valide.
Ci sentiamo al sicuro.
Questo particolare mi ha in qualche modo acceso la centralina o come dici tu smosso».

La prima traccia ha spronato “i migliori pensieri” degli ascoltatori? La libera donazione ha raccolto la solidarietà di molti?
«Speriamo di sì
speriamo di sì».

Siete riusciti a rintracciare Michela Venturi per farle ascoltare il brano: cosa ha detto?
«Abbiamo parlato
ovviamente non dico nulla
ma posso dire grazie Dio
abbiamo parlato».

Con l’arte e la connessione, anche a distanza, si può dare un senso diverso a questo periodo difficile e disorientante?
«Bisognerebbe chiedere a chi si connette con l’arte…
se mi date il suo contatto le chiedo di partecipare
sto chiedendo a tutti una più una meno …
mi connetto con molti artisti
da anni e facciamo cose a distanza.
una volta certi tipi giocavano a scacchi per lettera…
riguardo al senso diverso
disorientante
la distanza per legge è di un metro circa
pure in questo tipo di punizione
arriverà l’arbitro con lo spray
così ci saranno discussioni
solo su cip

e tutti noi ci scorderemo incredibilmente di ciop
ditemi voi se è giusto?
sarebbe quasi da protestare».

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