CASTELLEONE DI SUASA – Fino a pochi giorni fa era un comune a saldo zero. Zero contagiati da coronavirus, pur essendo situato a pochi km dalla zona rossa della provincia pesarese. Eppure, nel paese della cipolla di Suasa e dell’anfiteatro romano, non c’erano contagiati. Fino al 3 aprile.
Poi, tra i quasi 2000 residenti, è arrivato il primo contagio, e un secondo. Ora si attendono i risultati di altri tamponi ma è chiaro ormai che il coronavirus – che altrove è esploso da settimane – è riuscito a fare breccia tra le attente misure di sicurezza e tra i comportamenti diligenti della gran parte dei cittadini. Perché qualcuno l’ha presa alla leggera, perché qualcuno non ha rispettato le indicazioni, mettendo a rischio non solo sé stesso, ma l’intera comunità.
Il sindaco di Castelleone di Suasa, Carlo Manfredi, ha voluto rimproverare genericamente chi si è preso la libertà di uscire di casa quando non era necessario. Con un messaggio sui canali social dell’Ente ha informati tutti i castelleonesi che «non è più un’oasi felice, l’onda non si fermerà. Ma è inevitabile e questo grazie al nostro comportamento. Non abbiamo capito il significato di #Io resto a casa!».
Senza cercare capri espiatori specifici, il sindaco di Castelleone di Suasa indica alcuni comportamenti che hanno facilitato l’ingresso in paese del coronavirus: «Usciamo tutti i giorni e più volte al giorno per fare la spesa o altro, ogni scusa è buona, i cani non hanno mai fatto tante passeggiate come in questo periodo, vedo macchine di gente che non lavora passare, l’auto di Tizio parcheggiata a casa di Caio. Eludere le norme ci fa sentire più furbi: in realtà siamo solo più stupidi».
Poi annuncia: «Se non cambiamo atteggiamento, ne avremo per molto. Ho chiesto a chi presidia il territorio, nelle loro possibilità, di intensificare i controlli». E anticipa a chiunque voglia chiedere informazioni sui contagiati che non verrà data risposta: per ragioni di privacy ma anche perché uno o dieci casi non devono far cambiare l’atteggiamento prudente finora tenuto dai più.