Senigallia

Covid-19, la Parigi sotto coprifuoco raccontata dall’ostrense Simone Piangerelli: l’intervista

Piangerelli, che vive in Francia da oltre 15 anni, di cui 10 a Parigi, lavorando nel ramo digitale come project manager, ci racconta cosa sta succedendo oltralpe

Simone Piangerelli
Simone Piangerelli

Anche la Francia, come del resto tutti i paesi d’Europa, sta registrando numeri allarmanti per quello che riguarda la curva di contagio del Coronavirus. Gli ultimi dati di Parigi parlano di 30.621 contagi e 88 decessi. A preoccupare in particolare sarebbero le terapie intensive,  dove sarebbero già occupati il 50% dei posti.

«Questo virus sta tornando, siamo nella seconda ondata – ha riferito il presidente Emmanuel Macron in un’intervista televisiva in diretta – E risale ovunque in Europa. È importante dire quel che sappiamo di questo virus: uccide. Facciamo tra 1,3, e 1,4 milioni di test alla settimana, e ogni giorno 200 dei nostri concittadini entrano in rianimazione, e abbiamo 20 mila nuovi casi al giorno. Dobbiamo prendere altre misure. Confinare di nuovo il Paese sarebbe sproporzionato ma il coprifuoco è una misura coerente». Proprio il coprifuoco è la misura principale annunciata mercoledì sera. Si applicherà alla regione Ile de France (quella di Parigi) e ad altre otto metropoli: Grenoble, Lille, Lione, Aix, Marsiglia, Saint-Etienne, Tolosa, Rouen. Non si potrà uscire di casa dalle 21 alle 6 del mattino per sei settimane.

Parigi sotto coprifuoco
Parigi sotto coprifuoco

Il primo ministro Jean Castex ha presentato i nuovi provvedimenti: le uniche uscite concesse sono quelle per motivi di lavoro, urgenza di una visita medica o ospedaliera, necessità di andare in una farmacia di turno o far fare la passeggiata al cane. A monitorare il rispetto del coprifuoco saranno, tra gli altri, anche 12mila agenti: «Dodicimila poliziotti e gendarmi saranno, ogni notte, incaricati di verificare i divieti», ha spiegato Castex che ha poi ricordato che le multe in caso di violazioni delle disposizioni ammontano a «135 euro con aumenti per le recidive che arriveranno a 6 mesi di carcere e 3.750 euro di multa per la terza violazione».

Parigi si prepara al coprifuoco
Parigi si prepara al coprifuoco

Per avere un punto di vista privilegiato e diretto su quanto sta succedendo a Parigi abbiamo intervistato il marchigiano Simone Piangerelli, nativo di Senigallia, ostrense doc, ma oramai francese di adozione: vive in Francia da oltre 15 anni, di cui 10 a Parigi, lavorando nel ramo digitale come project manager.

Locali e strade semivuoti a Parigi
Locali e strade semivuoti a Parigi

L’emergenza Covid in Francia continua a preoccupare:  gli ultimi dati, ci parlano di più di 16mila nuovi casi e 46 morti. A Parigi le rianimazioni sono ormai piene al 50%. La situazione è così drammatica?
«Allo stato attuale direi che ancora no, ma è la proiezione nelle settimane a venire che è preoccupante. Ricordo ancora l’impennata con cui la Francia è arrivata agli stessi numeri dell’Italia nel marzo scorso. Quello che oggi sembra poco può aumentare in maniera esponenziale entro pochi giorni. Sui maggiori giornali ieri si leggeva che se l’andamento resta questo fra meno di due mesi gli ospedali saranno di nuovo saturi. Il personale medico è sotto pressione da molto tempo ormai ed alcuni stanno lasciando la funzione per non dover rivivere la stessa situazione. In altre strutture ospedaliere stanno anche autorizzando il personale medico ad esercitare pur essendo positivi al Covid. A Parigi però rimane l’atteggiamento che c’era durante gli attentati: voglia di libertà e di continuare a vivere malgrado tutto. Incoscienza, coraggio, menefreghismo, spavalderia… c’è un po’ di tutto forse ma ripiegarsi su se stessi porterebbe ad esiti ben più gravi a lungo termine. Insomma chi si ferma è perduto anche se le offerte di lavoro stanno fortemente diminuendo per certi settori malgrado che lo Stato stia dando vari aiuti alle organizzazioni che per il momento vanno dunque avanti anche se a fatica».

Parigi si prepara al coprifuoco
Parigi si prepara al coprifuoco

Le indiscrezioni  paventate dal settimanale Le Point, che citava fonti del Consiglio dei Ministri, sono divenute realtà. Di fatto è stato istituito un coprifuoco sul modello di Berlino e Francoforte: misura necessaria? Come reagiranno i parigini?
«Penso si vogliano limitare le attività serali di movida perché la disinibizione provocata dall’alcool fa si che le misure di protezione non vengano più rispettate. Chiudendo i locali a metà serata questo sarà più limitato, anche se le feste private non scompariranno certamente. La misura è forse necessaria nel senso che se si reagisce ora con forza poi sarà possibile avere un periodo di Natale meno difficile. Come per l’estate, ci sono periodi chiave in cui l’economia non deve fermarsi altrimenti certi settori potrebbero collassare se non hanno guadagni per un tempo troppo lungo».

A fronte dell’avanzamento della pandemia, il premier Jean Castex ha invitato i francesi a non gettare la spugna e ha annunciato una nuova versione dell’applicazione StopCovid. In Italia la APP immuni è stata un grande flop. Come sta andando a Parigi o in Francia questo tipo di monitoraggio?
«Come in Italia, l’App è stata un flop. A livello di comunicazione non c’è stato un enorme impatto e penso che la popolazione tema più di essere penalizzata da possibili quarantene preventive che dal reale rischio di contagio. Personalmente non conosco nessuno che la utilizza e pur avendo uno smartphone ben funzionante ho dovuto disattivarla perché mi scaricava di continuo la batteria! Insomma, ci vuole tempo forse per “stabilizzare” ed ottimizzare un’App di questo tipo, ma anche un’azione decisa da parte delle autorità perché questo strumento sia utilizzato in maniera diffusa»

Da qualche giorno anche in Italia è stato promulgato un nuovo DPCM per contrastare l’avanzata della pandemia. Come viene vista da oltre confine la situazione italiana e la sua gestione?
«Con le regole Covid in Italia non si scherza! L’impressione è che, dopo quello che hanno vissuto nella primavera scorsa, gli italiani abbiano avuto una grande presa di coscienza del pericolo e che ora le regole d’igiene sono rispettate in maniera sistematica».