SENIGALLIA – Ieri, 20 Settembre presso l’“Aula Giuseppe Orciari” del Comune di Senigallia, il Sindaco Massimo Olivetti, il Direttore del Distretto di Senigallia ASUR, Alessandro Marini, il Coordinatore dell’USCA, Fabrizio Volpini, Andrea Ansuini – ex responsabile di rianimazione dell’Ospedale di Senigallia e il Dirigente dell’Area Sociale-Ambito Territoriale Sociale 8, Maurizio Mandolini, alla presenza di un gruppo rappresentativo del comparto sanitario e sociale, hanno espresso i loro sinceri ringraziamenti a tutti i professionisti ed operatori per il contributo e per il sostegno e supporto fornito nell’affrontare l’emergenza pandemica dai suoi esordi.
«In particolare – dice Olivetti – voglio sottolineare la preziosa attività svolta dai giovani Medici dell’USCA che ha permesso di evitare il più possibile il ricorso alle cure ospedaliere riducendo così l’afflusso rilevante nei reparti del nosocomio».
Il Dr. Marini ha quindi ripercorso questo intenso anno e mezzo di lavoro dell’Unità Speciale di Continuità Assistenziale: «È stata la prima a partire nelle Marche nel mese di aprile 2020, prendendo in carico oltre 1.300 pazienti. In stretta collaborazione con i Medici di Medicina Generale, i Pediatri di Libera Scelta e i Medici di Continuità Assistenziale, è stato possibile potenziare la presa in cura e la sorveglianza territoriale per le persone in isolamento domiciliare obbligatorio affetti da Covid-19, dimessi, in isolamento fiduciario o sintomatici senza evidenza di contatto e per tutti quei soggetti fragili, cronici e affetti da patologie invalidanti che a seguito dell’emergenza, ancora in corso, costituiscono la parte più vulnerabile della popolazione».
«Dalla nascita a Senigallia del primo Covid Hotel nelle Marche per accogliere cittadini risultati positivi al Covid-19 che non necessitavano di cure ospedaliere e che non avevano a casa spazi adeguati alla quarantena, non solo interventi sanitari e di sorveglianza epidemiologica si sono attivati, ma dietro ogni caso, ogni persona assistita, ci sono stati e ci sono migliaia di gesti ripetuti quotidianamente e in condizioni non sempre facili. In questo processo dinamico di mutazione delle fasi pandemiche e conseguenti emanazioni di numerose indicazioni normative, si è rafforzata la capacità di lavorare insieme e valorizzare e mettere a sistema relazioni formali ed informali per garantire risposte ed interventi appropriati alla comunità e questo è un patrimonio da non disperdere», sottolinea il Coordinatore dell’USCA Dr. Volpini.
«Dallo sbandamento iniziale – prosegue Mandolini – la convivenza con il virus ha determinato nuove modalità di erogazione di servizi alla collettività e fatto emergere nuove situazioni di fragilità da sostenere, accompagnare e monitorare ed i diversi livelli di governo – Sanitari e Sociali – sono riusciti prontamente a reagire adeguando schemi di programmazione, gestione ed intervento ripensando e riorganizzando i propri servizi e mettendo in campo inedite forme di vicinanza alle persone, alle famiglie e avviando sperimentazioni, servizi o potenziando quelli esistenti».
Un ringraziamento corale infine è stato rivolto da tutti agli Infermieri dell’ADI, di supporto costante all’USCA, e alla Protezione Civile: fondamentale il lavoro svolto per i cittadini da ogni singolo operatore.
Effettuati più di 13.000 tamponi in DDT, più di 600 ore di servizio per garantire la continuità dell’assistenza durante il lock-down, monitorati con cadenza settimanale e con maggiore frequenza nei periodi di “picco” pandemico 30 moduli assistenziali del territorio, garantiti 3.000 tamponi di screening settimanali nelle strutture/servizi, somministrati oltre 2.300 vaccini ad operatori ed ospiti, forniti oltre 300.000 DPI alle strutture ed erogati oltre 3.300 buoni spesa alimentari e di prima necessità.
In conclusione, nella gestione dell’allerta pandemica, nella prevenzione, nel monitoraggio e contenimento del contagio, dietro ogni quotidiano intervento e dato pubblicato, emerge e va ringraziato l’intenso lavoro di rete attuato da tante persone, compresi Volontariato organizzato e individuale, Caritas, Croce Rossa Italiana, reti informali di cittadini che si sono messi al servizio e imprese for profit, che hanno seguito e seguono singoli casi per connetterli tra loro, disegnando con pazienza traiettorie possibili di uscita dall’emergenza.
L’intero territorio è il vero protagonista a cui esprimere riconoscenza e gratitudine in questo nuovo ed inedito scenario mondiale, con la sua capacità di adattare rapidamente la tipologia di azione al cambiamento della situazione epidemiologica, con il proprio senso civico, solidaristico, con la propria dedizione, passione e creatività professionale.