SENIGALLIA – Non si placa l’ondata di sdegno per la posizione espressa dal vicesindaco di Senigallia Riccardo Pizzi in merito al covid-19. A gettare benzina sul fuoco, oltre all’intervento del consigliere di maggioranza Luigi Rebecchini, a quello dell’ex sindaco Maurizio Mangialardi e del Pd, ci hanno pensato dalla minoranza che, per questa vicenda, torna a compattarsi sulla stessa posizione anche con Campanile.
“Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova” così diceva Agatha Christie e noi, nel suo caso, di indizi ne abbiamo contati almeno tre – intervengono da Diritti al Futuro, componente di minoranza rappresentata dal consigliere Enrico Pergolesi. Un convegno sui vaccini con relatore un noto medico “negazionista” di Hiv e Aids nel 2017. Una lettera del 24 novembre 2020, indirizzata al presidente del consiglio dei ministri, ai ministri Speranza, Azzolina e Boccia, al presidente della Regione Marche e all’assessore regionale alla pubblica istruzione nella quale si sollevavano dubbi sull’uso delle mascherine a scuola contrariamente a quanto indicato dal comitato tecnico scientifico. E infine il suo post di facebook del 28 dicembre, salito agli onori della cronaca, in cui aderiva al pensiero per cui il covid sarebbe “un’influenza che colpisce con una bassissima percentuale anziani e malati”.
Sul tema è intervenuta anche la lista civica Vivi Senigallia. «La funzione primaria della politica, e quindi del singolo politico, è quella di rappresentare gli interessi ma anche i principi etico-morali di tutti i suoi cittadini, elettori e non, ed è in virtù di questa visione che ci chiediamo se un amministratore possa esprimere opinioni personali in pubblico su temi di salute pubblica. Ce lo chiediamo – si legge in una nota firmata dal il coordinatore Alessandro Savini – perché le opinioni personali non rispecchiano le opinioni della collettività tutta. Soprattutto ci chiediamo se i cittadini che hanno subito una grave perdita conseguente al covid si sentano rappresentati dall’affermazione fatta dal vicesindaco Pizzi: “un’influenza che colpisce con una bassissima percentuale anziani e malati”. Queste affermazioni si aggiungono ad ulteriori episodi che hanno visto, nei giorni scorsi, altri amministratori comunali trasgredire le norme anti covid (distanziamento e mascherina) o minimizzarne la portata. Alla luce di tutto questo, come gruppo consiliare, chiediamo all’assessore di prendere decisioni adeguate nel rispetto delle persone decedute, malate di Covid-19 e del personale ospedaliero che lotta quotidianamente per salvare vite umane. Ci auspichiamo, infine, che il sindaco Olivetti risponda pubblicamente di tali comportamenti esprimendo una chiara posizione in merito».
Sempre dalla minoranza anche Gennaro Campanile, capogruppo di AmoSenigallia, è intervenuto: «Non ci fossero sul terreno oltre 60.000 morti, famiglie che non hanno potuto piangere i propri genitori o nonni, oltre 270 medici e 80 infermieri deceduti perché infettati sul lavoro, migliaia e migliaia di persone ridotte sul lastrico per il fermo economico, si potrebbe pensare ad uno scivolone di cattivo gusto, magari scappato di senno per la voglia di essere presente sui social. Ma Riccardo Pizzi ha un ruolo pubblico importante e le sue parole pesano sulla comunità di cui è amministratore e che è stata colpita dalla pandemia. E fa ancor più senso il riferimento a “pochi anziani e malati” espresso da chi, in altre occasioni, si è presentato come stremo paladino della vita. Esiste forse differenza di “vita” tra un embrione ed un “vecchio e malato”? Esiste una differenza se si muore anziani contagiati da chi nega l’evidenza oppure se si è giovani? Aspettiamo quindi che il vicesindaco si dissoci dall’odiosità di quello che ha sottoscritto ammettendo lo scivolone e cospargendosi il capo di cenere».
Non pago di quanto espresso sui social, il consigliere di Forza Italia-Civici per Senigallia Luigi Rebecchini tuona nuovamente contro il suo stesso collega di maggioranza, tornando a chiedere con una lettera pubblica di rivedere la propria posizione, a chiedere scusa e a dimettersi da assessore e vicesindaco di Senigallia. «Caro Riccardo, ti avevo invitato sempre sui social a chiarire la tua posizione, volendo credere e sperare che la tua sia stata una svista e ti sia sfuggita, per una superficiale lettura del post che hai condiviso “parola per parola”, la parte che parla di “semplice influenza”. Il tuo chiarimento al momento non l’hai espresso, decido allora di inviarti questa lettera aperta invitandoti pubblicamente ad esprimere la tua posizione al riguardo, ricoprendo tu importante ruolo istituzionale. Mi aspetto che tu chieda scusa ai cittadini tutti e ai tuoi stessi sostenitori per la tua svista. Parlare di “semplice influenza” si poteva forse ad inizio pandemia (ma bastava vedere cosa stava succedendo in Cina per non dirlo nemmeno allora). Oggi non è più ammissibile una posizione del genere, non è ammissibile sottovalutare la portata e la gravità della pandemia. Si critichino pure i provvedimenti governativi, spesso confusi, contraddittori e deleteri, ma non si dica che trattasi di “semplice influenza”. Riccardo, non ricordi l’esperienza drammatica e assai triste, vissuta con dramma anche personale dal dott. Ansuini, oggi consigliere comunale eletto proprio nella tua lista e che dirigeva nella prima parte della pandemia la terapia intensiva del nostro ospedale? Hai ascoltato anche tu la sua esperienza, la sua testimonianza, il racconto delle sue drammatiche notti quando arrivava da noi dalla vicina Pesaro, il cui ospedale era andato in tilt, un considerevole numero di ammalati a cui mancava il respiro e bisognava prendere immediate decisioni su chi intubare. Come fai, oggi, ad essere insensibile a quei reali e tristi racconti ? Eppure sono racconti di prima mano e li abbiamo ascoltati assieme. Nel caso invece, a cui ripeto non voglio credere, tu dovessi confermare invece “parola per parola” quanto hai condiviso, mi dispiace dirlo, ma credo tu debba rassegnare le dimissioni da vicesindaco e da assessore, in quanto a mio parere tu non rappresenteresti più nemmeno i tuoi sostenitori. Lo dico perché ridurre il Covid a semplice influenza offenderebbe i morti, i familiari dei morti, chi è stato male e ha sofferto, il personale sanitario, la nostra città, i cittadini tutti che stanno affrontando seri sacrifici e offenderebbe anche i tuoi stessi elettori ed anche gli eletti della tua stessa lista. E qualora tu non lo facessi – conclude Luigi Rebecchini – dovrebbe essere il sindaco Olivetti a ritirare la fiducia in te riposta, ritirare le tue deleghe e a dimissionarti».