OSTRA – È crollata una porzione di tetto di uno storico edificio, palazzo Censi, che si affaccia sulla centralissima piazza dei Martiri a Ostra. Il fatto è avvenuto circa una settimana fa e già sono intervenuti i tecnici della proprietà – l’Ast, l’azienda sanitaria territoriale – per la messa in sicurezza, ma solo in queste ultime ore è circolata la notizia: forse per via di un ulteriore cedimento avvenuto durante il mercato del venerdì, poco dopo le undici; «un frastuono ha attirato l’attenzione dei cittadini che hanno visto innalzarsi di fianco la torre civica una nuvola di polvere», afferma un cittadino ostrense.
Interessata dal crollo è una parte del tetto di un’ala laterale del settecentesco palazzo, noto anche come palazzo Censi-Buffarini o Gherardi, che fortunatamente non ha coinvolto nessuna persona né alcun bene privato essendo rimasto contenuto all’interno del perimetro dell’edificio vuoto e inutilizzato. Un fatto però grave, perché sarebbe potuto andare in modo completamente diverso. Non solo, è grave anche che la situazione si sia verificata nonostante le molteplici segnalazioni sullo stato di abbandono e incuria che interessa il palazzo, fatte dall’amministrazione comunale nel corso degli anni, anche per la condizione di infissi e grondaie.
Che sarebbe finita così, lo si poteva prevedere anche per via delle fotografie che persino il servizio Street View di Google ha scattato nel corso del tempo, in cui si nota la curvatura che almeno dal 2022 si registrava sul tetto, lasciando presagire di fatto il crollo (FOTO in basso). Crollo che è avvenuto una settimana fa e «stanno intervenendo da mercoledì (25 settembre, Ndr) – ha sottolineato la sindaca di Ostra Federica Fanesi – La cosa resta però gravissima. L’edificio è di proprietà dell’azienda sanitaria. Noi abbiamo fatto continue segnalazioni, chiedendo interventi di messa in sicurezza. Abbiamo condiviso anche dei sopralluoghi, era inevitabile che succedesse».
Il palazzo riveste non solo un’importanza storica per Ostra ma anche architettonica e urbanistica. «È un complesso architettonico di pregio straordinario, che insiste in maniera “prepotente” sulla nostra piazza principale, nel cuore del centro storico – continua Fanesi. Va individuato urgentemente un percorso di recupero e riqualificazione, condiviso tra proprietario e amministrazione, che richiederà necessariamente il coinvolgimento decisivo di capitale privato. Attualmente è già in atto un intervento di tamponatura del danno, intervento indispensabile, ma non risolutivo. Non si tratta di mettere toppe periodiche e successive, ma di condividere un progetto di riqualificazione e riutilizzo, che valorizzi e restituisca dignità ad un edificio storicamente e architettonicamente di qualità eccezionale».
L’edificio, di dimensioni notevoli, è stato per anni al centro di numerose segnalazioni, periodiche, da parte dell’ente pubblico: «si susseguono negli anni, spiega la sindaca, perché una volta il problema è il tetto, una volta gli infissi, una volta le gronde. Per questo dico che serve un progetto serio di riqualificazione complessiva. Sono consapevole del fatto che non può essere una priorità per l’Ast, lo è necessariamente per noi, per la posizione in cui si trova e per il pregio che nonostante tutto porta in sé. Da qui la necessità di co-progettare, individuando modalità adeguate di percorso».
Se il futuro è incerto, sulla storia del palazzo si sa qualcosa in più. Il settecentesco palazzo Censi-Buffarini si affaccia, come quello comunale, sulla piazza principale della città. Venne edificato dalla famiglia Gherardi che, alla fine del settecento, aggiunse al suo cognome anche quello di Benigni, diventando Gherardi-Benigni. Alla fine dell’ottocento passò ai Censi-Buffarini che dal 1869 con Raffaele Censi-Buffarini avevano la disponibilità di una vasta quantità di terreni situati a S. Elpidio, Montemarciano, Ostra, Belvedere Ostrense e Senigallia a cui si aggiungevano quelli portati in dote dalla giovane moglie Anna Maria Guerrini di Ravenna.
Mentre gli affari della famiglia Censi si rivolgevano più al settore agricolo, il palazzo venne in seguito acquistato dagli Istituti autonomi di beneficenza di Ostra, intorno al 1974, per insediarvi gli uffici dell’ospedale civile. Dopo la chiusura del nosocomio ostrense, l’Azienda sanitaria di Senigallia, a cui nel frattempo il bene era passato in proprietà, tentò di venderlo senza successo. Da allora vi sono stati vari progetti per il recupero o la sua trasformazione in un centro culturale polivalente, creditizio, commerciale e anche abitativo, ma sino ad ora senza nessun risultato concreto.