Senigallia

Alluvione 2014, sul rinvio a giudizio Mangialardi è sereno: «Saprò dimostrare la mia innocenza»

L'ex sindaco: «Finora caduti i capi d'accusa per la fragilità del quadro accusatorio nei miei confronti. Sono fiducioso, la verità emergerà anche stavolta come per la piscina Saline»

Maurizio Mangialardi
Maurizio Mangialardi

SENIGALLIA – Tra le persone rinviate a giudizio per l’alluvione del 3 maggio 2014 c’è anche dunque Maurizio Mangialardi, ex sindaco di Senigallia all’epoca del disastro alluvionale. L’attuale consigliere regionale commenta la deliberazione di ieri, 23 luglio, da parte del tribunale de L’Aquila, con cui il gup ha disposto il processo per lui e per l’altra ex sindaca Angeloni, così come per altri ex dirigenti, tecnici e funzionari del Comune di Senigallia, della Provincia di Ancona e della Regione Marche.

«Mi aspettavo questa decisione da parte della Procura aquilana, quindi non cambia nulla rispetto a quanto sostenuto in questi ultimi dieci anni» ha affermato Mangialardi. «D’altra parte, la celebrazione del processo rappresenta una soluzione quasi fisiologica dopo che per oltre un decennio sono stati sperperati milioni di euro di denaro pubblico solo per vedere i capi d’accusa decadere uno dopo l’altro, a dimostrazione della fragilità del quadro accusatorio mosso nei miei confronti dalla Procura di Ancona. E non parlo solo dei presunti reati minori finiti in prescrizione, ma anche di quelli più gravi dai quali sono stato prosciolto come l’omicidio colposo plurimo e la mia presenuta corresponsabilità sulla mancata realizzazione di opere prioritarie per la difesa idrogeologica nell’ambito del progetto PercorriMisa. Purtroppo, temo che questa infinita trafila giudiziaria, che ovviamente ho già pagato e continuo a pagare personalmente anche sul piano emotivo, abbia poco a che fare con il termine giustizia».

Ma sull’ipotesi di inondazione colposa a proposito dell’alluvione del 2014, l’ex sindaco di Senigallia continua spiegando che affronterà con serenità il dibattimento. «Sono certo che, anche in questa occasione, come già avvenuto per il caso della Piscina delle Saline, saprò dimostrare ai giudici la mia innocenza. Come ho già detto più volte, andrò a spiegare come l’alluvione non può essere imputata al rinvio di un mese (da parte del consiglio comunale e non da me) dell’approvazione della variante al Piano regolatore per la realizzazione delle vasche di espansione, considerato che il progetto era stato finanziato per la prima volta nel 1982 e che a tutt’oggi non è stato ancora realizzato. Un intervento, tra l’altro, che sia come sindaco di Senigallia che adesso come consigliere regionale, ho ripetutamente sollecitato alla Regione Marche, ma che, ribadisco, in ogni caso, non rappresenta da solo la soluzione definitiva al problema delle esondazioni. E spiegherò anche come neppure le valutazioni tecniche, non politiche, espresse a suo tempo dal Comune di Senigallia sulla perimetrazione del Piano di Assetto Idrogeologico, documento peraltro approvato dalla Regione Marche, non c’entrino nulla con le cause che hanno portato all’alluvione. Sono dunque fiducioso sul fatto che alla fine la verità emergerà. Spero anche che la posizione dei sindaci dei territori colpiti dall’alluvione del 2022, la cui vicenda giudiziaria si sta dibattendo in questi giorni, sia archiviata, risparmiando loro il calvario toccato a me».

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