SENIGALLIA – Due arresti, una denuncia e un accompagnamento al centro rimpatri. Sono le misure a cui hanno dato seguito i carabinieri della compagnia di Senigallia, alle prese con tre stranieri e un cittadino di Montemarciano. I provvedimenti sono scattati nella giornata di ieri, mercoledì 2 ottobre, quando i militari erano impegnati nel consueto controllo del territorio.
Il primo riguarda un cittadino tunisino, classe ’80, da diverso tempo in Italia senza fissa dimora: avendo violato l’ordine di espulsione dal territorio nazionale, irrogato come misura di sicurezza dopo varie condanne definitive, l’uomo è stato arrestato e posto a disposizione dell’autorità giudiziaria per la convalida.
L’altro arresto è stato operato, sempre ieri, nei confronti di un 40enne di Montemarciano, raggiunto da un ordine di carcerazione emesso dall’autorità giudiziaria dorica perché deve scontare due anni di reclusione per reati contro il patrimonio. Per lui si sono aperte le porte del carcere di Montacuto.
È stato invece denunciato a piede libero un cittadino tunisino, classe ’88, anch’egli irregolare sul territorio nazionale. Senza un apparente motivo, il giovane ha scagliato il suo monopattino contro la macchina dei carabinieri che pattugliava via Leopardi, danneggiandola. I militari sono intervenuti per fermarlo e procedere alla sua identificazione ma l’uomo ha opposto subito resistenza strattonandoli con lo scopo di allontanarsi. Alla fine è stato portato in caserma e denunciato per danneggiamento e resistenza. Come ulteriore misura, dopo gli accertamenti del caso, è stato accompagnato presso il centro di permanenza per i rimpatri (Cpr) di Roma per essere spedito al paese di origine.
Il Cpr di Potenza è stata invece la destinazione di un quarto uomo: si tratta di un cittadino algerino classe ’80, in Italia senza fissa dimora e irregolare sul territorio nazionale. Anche lui era colpito dall’ordine di espulsione, inosservato, motivo per cui – quando è stato rintracciato nel territorio senigalliese – è stato fermato, identificato e poi accompagnato al centro rimpatri in Basilicata per la successiva e concreta espulsione dall’Italia.