Senigallia

Collana d’oro rubata in chiesa, il parroco: «Il ladro ha sfondato la teca con una pietra»

Così ha testimoniato oggi, davanti al giudice Pietro Zampetti, Don Giancarlo Giuliani, ex responsabile della chiesa Del Portone, a Senigallia. Ad Ancona è in corso il processo dove è imputato un 52enne, ritenuto l'autore del furto del gioiello posto alla base di un quadro che raffigura una Madonna

La chiesa di Santa Maria della neve o del Portone, a Senigallia
La chiesa di Santa Maria della neve o del Portone, a Senigallia

SENIGALLIA – «Prima si è arrampicato sull’altare poi, visto che il quadro era protetto dal vetro, è sceso e ha cercato qualcosa per sfondarlo. Ha preso un basamento in pietra di un crocifisso e lo ha tirato contro la teca». Così don Giancarlo Giuliani, ex parroco della chiesa del Portone, a Senigallia, ha raccontato come è avvenuto il furto di una collana d’oro posta alla base di un quadro della Madonna, nella cappellina a lato dell’altare principale della parrocchia che dirigeva. Un furto avvenuto il 21 febbraio 2013 e per il quale è ancora in corso il processo al tribunale di Ancona. Don Giancarlo oggi ha testimoniato in aula, davanti al giudice Pietro Zampetti, riferendo quello che aveva visto dalle telecamere presenti in chiesa.

I poliziotti del Commissariato, grazie al lavoro dei colleghi della Scientifica, erano risaliti all’autore. Fondamentale era stata la comparazione del volto di un sospettato con le immagini registrate dalle telecamere interne al sagrato. Una comparazione che avevano individuato come autore del furto un cittadino della Repubblica Ceca, di 52 anni. In aula sono stati sentiti anche due agenti della polizia Scientifica, che hanno spiegato come le comparazioni dimostrerebbero che il 52enne è l’uomo entrato in chiesa. L’imputato oggi non era presente in aula. L’udienza è stata aggiornata al 14 settembre, quando verrà sentito un poliziotto del Commissariato. «Quella collana – dice don Giancarlo – valeva circa 50 euro. Il danno fatto è stato più costoso del gioiello sottratto perché per riparare la teca abbiamo speso 200 euro. Quel periodo era un continuo di furti infatti in chiesa avevano tolto tutto. Era rimasta solo quella collana, come dono al quadro del 1800, la “Madonna della Neve”».