SENIGALLIA – Vasta operazione di contrasto all’immigrazione clandestina quella messa in campo nel senigalliese da Polizia, Vigili del fuoco, Polizia Locale e ispettorato del lavoro. Operazione che ha portato a 5 arresti, 7 sequestri, 16 espulsioni, 23 denunce e 190 sanzioni per una cifra che supera i 100mila euro.
Ingenti i risultati ottenuti e le forze impiegate nell’indagine sull’immigrazione clandestina denominata “ghost” e durata 8 mesi. Indagini finalizzate a portare alla luce una realtà diffusa su tutto il territorio locale, dove diverse persone – circa 500 – sono state individuate tramite controlli incrociati e identificate.
Cittadini di varie nazionalità – per lo più cinesi, bengalesi, nord africani e dall’est Europa – irregolarmente in Italia spesso tramite documenti falsi che avevano consentito loro di ottenere i permessi di soggiorno. Alcuni di loro lavoravano da tempo: a volte la finta assunzione costituiva la base per poter rimanere in Italia. In pratica erano fantasmi – da qui il nome dell’operazione – per il fisco o per le istituzioni preposte al controllo: eppure erano centinaia di persone a vivere e lavorare (e produrre reddito ed evadere le tasse) nel senigalliese.
I controlli anti immigrazione clandestina hanno riguardato circa 50 immobili, sparsi in varie zone della città: molti gli appartamenti controllati lungo la statale Adriatica, spesso affittati o subaffittati in nero, anche tramite prestanome che poi non vi risiedevano.
Tra gli immobili controllati anche 10 laboratori – alcuni nella zona artigianale di Borgo Bicchia – dove venivano prodotti capi di abbigliamento per noti marchi della moda. Da queste realtà sono emerse gravi criticità in tema di sicurezza dei luoghi di lavoro, sfruttamento del lavoro nero ed evasione della tasse per giri di affari che superano abbondantemente il milione di euro.
Tanti i lavoratori, soprattutto di etnia cinese, che lavoravano giorno e notte con turni massacranti e in luoghi assolutamente inidonei sia sotto il profilo igienico che della sicurezza. Le camere erano ricavate da angoli dei fabbricati in cui erano state eseguite opere edilizie abusive: in molti casi sono stati trovati anche lettini per bambini a fianco delle macchine da cucire delle mamme.
Scarsa l’attenzione alla prevenzione incendi: mancavano in diversi capannoni gli estintori, le uscite di sicurezza erano impraticabili, i cavi elettrici scoperti nonostante vi fossero dei bambini e non vi era alcun sistema che potesse ridurre le polveri o i pelucchi dei tessuti i quali possono in qualsiasi momento far estendere rapidamente un incendio.
Dopo i blitz del personale dei vari corpi coinvolti nei controlli anti immigrazione clandestina sono state elevate sanzioni per centinaia di migliaia di euro: ben 7 fabbricati sono stati sottoposti a sequestro preventivo e solo pochi imprenditori (sempre cinesi) si sono adeguati regolarizzando alcune posizioni lavorative e sulla sicurezza: la maggior parte di essi sono invece scappati facendo perdere le loro tracce.