SENIGALLIA – Sono otto le persone rinviate a giudizio per l’alluvione del 3 maggio 2014 che inondò mezza Senigallia causando tre morti e 180 milioni di euro di danni. Lo ha stabilito ieri il gup de L’Aquila Marco Billi, avendo determinato che dovranno affrontare il processo – tra gli altri – gli ex sindaci Maurizio Mangialardi e Luana Angeloni, oltre ad altre figure di Comune, Provincia e Regione.
L’accusa, l’unica rimasta in piedi per il disastro di dieci anni fa, è quella di inondazione colposa: si va a processo dunque per chiarire le eventuali responsabilità legate alla mancata realizzazione delle vasche di espansione (progetto che va avanti dal 1982 senza che mai un intervento venisse concluso) perché non venne approvata la variante al piano regolatore; così come altri aspetti relativi al Piano di Assetto Idrogeologico.
Assieme ai due primi cittadini di Senigallia (Angeloni 2000-2010, Mangialardi 2010-2020) affronteranno il processo l’ex comandante della Polizia municipale e già dirigente della protezione civile di Senigallia Flavio Brunaccioni; l’ex dirigente dell’area tecnica del Comune di Senigallia Gianni Roccato; l’ex dirigente della Provincia di Ancona Massimo Sbriscia; il segretario generale dell’Autorità di Bacino Mario Smargiasso; il funzionario della Regione Marche Libero Principi e l’ingegnere consulente del Comune senigalliese Alessandro Mancinelli.
Durante l’udienza preliminare di ieri a L’Aquila, il giudice ha stabilito che non saranno chiamati in causa come responsabili civili la presidenza del Consiglio dei ministri e il ministero dell’interno, come era invece stato definito in precedenza: ciò significa che dovranno rispondere in solido in caso di condanna solo Comune, Provincia e Regione che hanno già attivato le proprie assicurazioni. Perché di questi enti locali facevano parte gli imputati all’epoca dei fatti.
L’udienza si terrà il 10 ottobre prossimo, sempre a L’Aquila poiché un giudice del tribunale di Ancona, a cui inizialmente era stata affidata l’inchiesta per competenza territoriale, era stato anch’egli alluvionato. Il che aveva portato a rifare da capo tutto l’iter giudiziario preliminare.
Pochi giorni fa la nuova richiesta di rinvio a giudizio per l’altra alluvione, quella del 2022: in questo caso, oltre a sei sindaci ed ex sindaci della vallata Misa e Nevola, sono indagati funzionari e tecnici di Regione, Provincia, Consorzio di Bonifica e Comune di Serra de’ Conti. Udienza preliminare a dicembre.