SENIGALLIA- I carabinieri hanno allacciato le manette ai polsi di un 33enne incensurato romagnolo. L’uomo è stato riconosciuto anche per essere il piromane che ieri mattina (martedì 19 marzo), sempre in Cattedrale, aveva tentato di dare fuoco all’altare della cappella dedicata alla “Madonna della Speranza” nel transetto ed al primo altare della navata destra intitolato a “Sant’Andrea da Avellino”.
Un atto blasfemo che aveva fatto scattare l’allarme, nonostante il fuoco aveva interessato esclusivamente i teli che ricoprono l’altare grazie al tempestivo intervento di don Aldo, parroco della Cattedrale.
Questa mattina, 20 marzo, ci ha riprovato: pochi minuti dopo le 8, è entrato e si è diretto verso l’acquasantiera dove si è lavato le mani. Poi, dopo essersi guardato intorno per assicurarsi che non c’era nessuno ad osservarlo, si è diretto verso il secondo altare della navata destra, dedicato a “Santa Maria Goretti”, ha prelevato un lumino votivo acceso e lo ha posizionato sotto un lembo della tovaglia dandogli fuoco. Dopo qualche minuto le fiamme si sono propagate al vicino cuscino dell’inginocchiatoio confessionale in legno e alla stola in seta che si trovava poggiata sul mobile. Fortunatamente poco dopo è entrata in chiesa una donna che si è accorta delle fiamme ed ha avvisato il parroco che è accorso con altri fedeli spegnendo le fiamme. Nel frattempo il piromane si era allontanato.
Al momento del fermo era vestito con gli stessi abiti: un giubbotto marrone, una felpa grigia con cappuccio, un paio di pantaloni da ginnastica blu con una riga bianca sui lati ed uno zainetto in spalla.
L’uomo è stato rintracciato dai carabinieri in piazza Saffi, vicino alla fermata dell’autobus. Trasferito in caserma ha ammesso i fatti che gli sono stati contestati senza fornire motivazioni o giustificazioni. Il processo di convalida dell’arresto è in corso al Tribunale di Ancona.
Il 33enne che in un primo momento sembrava di origini magrebine, è accusato di danneggiamento aggravato in quanto commesso in un luogo di culto.