SENIGALLIA – Cuochi, ristoratori e operatori del settore di tutta la regione Marche si sono incontrati a Senigallia per la prima edizione di un evento che vuole diventare un appuntamento annuale di caratura regionale e non solo. L’iniziativa, dal titolo “Meet in Cucina Marche”, si è tenuta lunedì 9 ottobre negli spazi del teatro La Fenice di Senigallia dove i vari professionisti e i grandi chef hanno parlato di valorizzazione della cucina, dei prodotti agroalimentari, delle tradizioni marchigiane e delle nuove tendenze nella ristorazione, tra contaminazioni culturali e innovazioni tecnologiche.
All’appuntamento, ideato dal giornalista Massimo Di Cintio e promosso in collaborazione con l’Unione Regionale Cuochi Marche, hanno partecipato tantissimi studenti di alcuni istituti alberghieri della regione, attenti alle preziose indicazioni di chef stellati come, tanto per restare a Senigallia, Mauro Uliassi e Moreno Cedroni, ma anche del fermano Danilo Bei, Errico Recanati, Lucio Pompili di Cartoceto e Stefano Baiocco.
«Accendere i riflettori sulla ristorazione regionale marchigiana non significa parlare solo delle sue eccellenze agroalimentari – afferma Luca Santini, presidente dell’Unione Regionale Cuochi Marche che conta circa 600 iscritti in tutte le cinque province – ma anche e soprattutto favorire l’ncontro tra cuochi e professionisti del settore per stimolare a ragionare sul concetto di “qualità” della proposta gastronomica e dell’accoglienza».
«Il confronto è per noi sinonimo di crescita professionale, personale e territoriale – continua Santini – attraverso l’aggiornamento professionale e il trasferimento delle conoscenze e delle esperienze tra i cuochi, si crea un modello di cui beneficia l’intero territorio oltre che il singolo professionista. Bisogna credere nei prodotti che lavoriamo, conoscendoli, ricercandoli e valorizzandoli in maniera corale. Se non comunicheremo adeguatamente le nostre eccellenze, non saremo mai in grado di aprirci veramente al consumatore e far capire cosa significa un prodotto di qualità. Per raggiungere questo obiettivo serve fare rete – conclude il presidente dell’Unione Cuochi Marche – e questo appuntamento si prefigge di diventare molto importante per fare il punto sulla situazione».
«Crediamo sia fondamentale che cuochi e ristoratori che operano della stessa regione abbiano un momento nel quale confrontarsi e scambiarsi esperienze – spiega Massimo Di Cintio – nella convinzione che la crescita culturale e professionale dei cuochi e degli operatori della ristorazione possa contribuire a far crescere la qualità e l’ampiezza dell’offerta della ristorazione ma anche trainare il mondo produttivo dell’agricoltura, dell’allevamento e della pesca».
«Dove si cucina con passione, dedizione e amore, c’è quello stimolo a realizzare piatti che possono essere assimilati a opere d’arte – spiega Danilo Bei, chef dell’antico ristorante Da Emilio di Fermo – e solo con la ricerca e lo studio continuo possiamo fare qualche passo in più per passare dall’operatore artigianale alla cucina d’artista. Ma per fare questo dobbiamo conoscere innanzitutto le tecniche e poi la filiera, i produttori e i prodotti del territorio, per valorizzarli con la creatività ricercando sempre il giusto equilibrio tra gli ingredienti. Solo così possiamo distinguerci».
L’evento, oltre al palco e alla platea, si è svolto anche nel foyer del teatro dove alcuni espositori del settore agroalimentare e professionale hanno potuto far degustare alcuni prodotti e far conoscere i vari servizi per la ristorazione.
«Un sentito ringraziamento all’Unione Regionale Cuochi Marche – è il saluto del sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi – per aver scelto Senigallia quale sede di questo evento, per il quale voglio dare fin da ora la disponibilità a ospitare la seconda edizione. Un bello spettacolo, un momento di arricchimento reciproco, ma soprattutto uno stimolo a valorizzare sempre più il connubio tra gastronomia e turismo, già oggi a livelli di eccellenza nella nostra regione. E grazie anche per aver messo al centro della vostra riflessione una parola a me cara e che mi guida sempre nelle scelte che sono chiamato a fare: qualità. Perché è proprio sulla qualità che oggi le Marche sono chiamate a competere con le altre regioni italiane e su cui si gioca il futuro del nostro sistema turistico, in particolare per quanto concerne il segmento enogastronomico».