Senigallia

Cure socio-assistenziali: i familiari degli ospiti all’Opera Pia interpellano la Regione

Lettera aperta ai vertici regionali perché venga aumentata la quota di compartecipazione alle spese di assistenza, ferma al 2002, e vengano inseriti contributi straordinari per le realtà socio-assistenziali in crisi dopo l'impennata dei costi causa covid

La residenza per anziani della fondazione Opera Pia Mastai Ferretti di Senigallia
La residenza per anziani della fondazione Opera Pia Mastai Ferretti di Senigallia

SENIGALLIA – Sono oltre 100 le firme raccolte dai familiari degli ospiti della residenza protetta della fondazione Opera Pia Mastai Ferretti di Senigallia. Oltre 100 persone che hanno scritto una lettera ai vertici della giunta regionale, della commissione regionale sanità e del consiglio regionale, capigruppo compresi, per segnalare la necessità di aiutare le persone dentro le strutture socio assistenziali in questo periodo di pandemia che si trascina da troppo tempo.

Nella lettera aperta agli amministratori regionali, che ha sortito finora ben pochi effetti politici e nessun risultato concreto, i congiunti dei degenti scrivono che molti degli ospiti stanno, da oramai quasi due anni, facendo i conti con le restrizioni dovute alla pandemia da covid. «La ridotta mobilità e deambulazione dovuta alla lunghissima costrizione in una camera (che può significare il letto e poco più), l’impossibilità di aiuto e supporto da parte dei parenti, l’isolamento, le mascherine, i compagni di stanza che escono in barella e non tornano più. Tutto questo è stato, ed è, causa di disagio, di paura, di percezione di abbandono. Alcuni sono già caduti. Altri, deprivati del contatto e della presenza dei propri cari per troppo tempo, si stanno abbandonando lungo un percorso di cui non si conosce la fine. Quelli che resistono, che vogliono resistere, hanno bisogno di sostegni, di aiuti per provare a farlo. Eccezionali, come eccezionale è la contingenza pandemica».

Se i parenti possono fare poco date le severe regole che non consentono ancora un vero ritorno alla normalità, di fronte a queste necessità aumentate è la Regione che deve muoversi: «Noi vogliamo, pretendiamo, che i nostri nonni, madri e padri, sorelle e fratelli, quelli che l’Istat ha definito “generazione dell’Identità e dell’Impegno”, abbiano modo di concludere la vita che gli rimane con dignità. Da persone che molto hanno dato al Paese come generazione, e che dal Paese meritano rispetto e assistenza adeguate al momento. Il rispetto è un atto sociale collettivo, ma l’assistenza è un preciso dovere: ed è la sanità marchigiana a doverlo assolvere. Con un proporzionato impegno verso la fascia oggettivamente fragile alla quale gli ospiti delle RSA, di ogni RSA, certo appartengono. Che si può velocemente attuare, se chi ne ha la responsabilità intende farsene carico, attraverso l’adeguamento dei contributi necessari alle strutture, sì da allinearli e parametrarli, per un welfare di dignità, a quelli delle regioni del centro-nord».

Dalla richiesta di un confronto con gli esponenti regionali, il presidente Acquaroli in primis, è arrivata solo una timida risposta dal presidente del consiglio regionale Dino Latini. Questi ha incontrato una delegazione di parenti degli ospiti alla residenza protetta della fondazione Opera Pia Mastai Ferretti di Senigallia assicurando il massimo impegno a trovare una soluzione. Risposta che è stata giudicata assolutamente insoddisfacente dal referente dell’assemblea dei familiari Marcello Mariani che ha annunciato la volontà di rivolgersi al garante regionale dei diritti della persona.

L’adeguamento della quota di compartecipazione alle spese di assistenza, ferma al 2002, è un tema che da tempo viene dibattuto dalle associazioni, dai familiari degli assistiti e dalle realtà socio assistenziali in crisi dopo le spese aumentate per fronteggiare il covid-19. Eppure non si è mosso ancora granché. La Regione partecipa con poco più di 30 euro a persona al giorno, mentre secondo i familiari e i gestori delle strutture le strutture questa cifra è ampiamente sotto la media delle regioni attorno alle Marche. Se ricalcolata con gli indici Istat di oggi, dovrebbe salire almeno a oltre 40 euro ma ancora di questo aumento non si vede nulla. A vuoto sembrano essere caduti i vari appelli che i gestori delle strutture marchigiane – tra cui lo stesso presidente della fondazione Opera Pia Mastai Ferretti di Senigallia, Mario Vichi – avevano lanciato nei mesi scorsi.

Il grido d’allarme è stato raccolto per il momento anche dal capogruppo Pd in consiglio regionale Maurizio Mangialardi, ex sindaco di Senigallia da cui è partito l’appello. Attraverso una mozione sottoscritta da tutto il gruppo consiliare è stato chiesto l’inserimento in bilancio dei ristori a copertura dei maggiori oneri sostenuti nel 2021 dagli enti gestori delle residenze sanitarie assistenziali a causa della pandemia da Covid-19 e la riparametrazione del contributo per ospite in base all’indice Istat relativo al costo della vita. «È sconcertante l’indifferenza della giunta regionale di fronte alla drammatica situazione degli enti gestori delle Residenze sanitarie assistenziali, messi in ginocchio negli ultimi due anni dai maggiori oneri dovuti alla necessità di fronteggiare l’emergenza sanitaria, i quali hanno prodotto una situazione di indebitamento che rischia di pregiudicare la qualità dei servizi, quando non la capacità stessa di erogarli. Un quadro in cui si inseriscono, aggravandolo, due fattori strutturali: gli importi medi delle pensioni marchigiane, di gran lunga inferiori a quelli nazionali e quindi sempre più insufficienti a sostenere le rette, e l’inadeguatezza del contributo regionale alle Rsa, ormai fermo da quasi vent’anni alla cifra di 33 euro per ospite».

La proposta avanzata dal Pd è che la giunta regionale eroghi per le annualità 2021 e 2022 un contributo straordinario agli enti gestori delle rsa, almeno pari a quello concesso per il 2020 a temporaneo ristoro delle maggiori spese sostenute a causa del Covid. In secondo luogo che si faccia carico dell’«adeguamento, già a partire dal prossimo bilancio di previsione, del contributo regionale agli enti gestori delle Rsa sulla base dell’indice di rivalutazione Istat relativo all’assegno di mantenimento, portandolo almeno alla cifra di 45 euro al giorno, in linea con le altre regioni del centro-nord. È un impegno a cui la giunta regionale non può sottrarsi: sia per il dovere di garantire una dignitosa assistenza agli ospiti di tutte le Rsa marchigiane, sia per scongiurare il rischio, non secondario, che le difficoltà economiche di queste strutture abbiano pesanti ricadute sui livelli occupazionali con la cancellazione di centinaia di posti di lavoro».