SENIGALLIA – Piazza Roma gremita per l’incontro con il presidente del Parlamento europeo David Sassoli, a sostegno del candidato alla presidenza della Regione Marche Maurizio Mangialardi e del candidato a sindaco di Senigallia Fabrizio Volpini. Un incontro incentrato sull’Europa, ovviamente, ma dove non sono stati risparmiati nemmeno attacchi allo sfidante Acquaroli e ai sovranisti che rendono instabile l’unione europea.
L’incontro è stato introdotto dal segretario dem regionale Giovanni Gostoli, il quale ha sottolineato come siano ancora circa 150mila gli indecisi che voteranno ed è proprio a loro che intende rivolgersi scegliendo la strada del voto utile («Ci sono sei candidati che non hanno possibilità») e della competenza («Mangialardi è un uomo del territorio, scelto da 130 sindaci prima ancora che dai partiti, al contrario del candidato della Meloni». Dopo un saluto del presidente del consiglio regionale Mastrovincenzo e un appello al voto e all’unità del centrosinistra in regione come in comune da parte di Fabrizio Volpini, impegnato nella corsa per il sindaco della spiaggia di velluto, ha preso la parola un Mangialardi decisamente carico.
Il sindaco di Senigallia, aspirante governatore delle Marche ha ribadito la necessità di avere più Europa, di non sottostare al «sovranismo più becero» ma di provare a dare un orizzonte alla Regione Marche su cui ricadranno 8 miliardi dei ben 209 (+37) che riguardano l’Italia. «Sono soldi che i sovranisti non volevano perché pensavano che vi fossero troppi vincoli. E invece noi, che non rifuggiamo le responsabilità li vogliamo quei soldi, sono indispensabili per la sanità pubblica, per le infrastrutture, per rilanciare la competitività del territorio». Poi gli attacchi: «I sovranisti, come la Meloni o Salvini, non sanno nulla della Regione Marche, noi non li vogliamo qui a dirci come riformare la sanità dato che nella grande Lombardia o nel Veneto c’è molta più sanità privata che nelle Marche, con i risultati che ormai sono noti a tutti». E poi l’affondo allo sfidante: «In 18 mesi un provvedimento per il centro Italia e il terremoto: Acquaroli dov’era?».
Infine l’intervento di David Sassoli, intervenuto non solo per dare il proprio sostegno alla corsa di Maurizio Mangialardi alla presidenza della Regione Marche e a quella di Fabrizio Volpini a sindaco della spiaggia di velluto. Davanti a tante persone con la mascherina riunitesi in piazza Roma, il presidente del parlamento europeo ha affermato che «la battaglia nelle Marche contro il sovranismo e contro chi tifa Orban è anche la nostra battaglia» e che «Maurizio Mangialardi ha già dato prova che può assumere il ruolo di presidente di una grande regione italiana. Con questo entusiasmo che vedo qui oggi, posso tornare a Bruxelles più ottimista. Le Marche possono avere un ruolo importante e decisivo sia in Italia che in Europa».
Ma per fare questo serve che vi sia «anche un’Europa più unita, forte che dialoghi con il mondo» ha detto Sassoli rivolgendosi ai senigalliesi. Un’Europa non più invasiva ma inclusiva e solidale: «Nessuno può affrontare le difficoltà da solo» riferendosi alle tematiche dei migranti che sbarcano in Italia o all’emergenza covid. «Non sentiamoci appagati per quanto fatto – ha ammonito – perché siamo solo all’inizio, perché in qualche modo il mondo globale non smetterà mai di creare crisi ma noi dobbiamo essere pronti a reagire, dobbiamo rispondere senza alzare muri».
Non solo accoglienza, ma anche lavoro, ambiente, sanità: ecco i cardini attorno a cui improntare lo sviluppo dell’unione europea nei prossimi anni. I 230 mila morti in Europa per il covid-19, 35mila solo in Italia sono la testimonianza che le misure drastiche erano necessarie; di fronte a questo scenario, l’Europa non si è tirata indietro e ha fornito cure assistenziali a tutti: «nessuno è rimasto senza cure, come invece è successo in altri paesi» ha detto Sassoli aggiungendo che la sanità pubblica è da preservare, anche con le risorse del recovery fund. «Sono soldi utili che dovranno arrivare presto ed essere usati bene proprio nella sanità, nel lavoro, nelle infrastrutture, nelle politiche per l’uguaglianza e che l’Italia e le Marche potranno essere leader nella lotta alle emissioni entro il 2050»: grazie a «interventi sempre più sostenibili che potranno essere la leva per un nuovo modello di sviluppo».