SENIGALLIA – «Quando ho appreso della terza edizione del Senigallia Beach Cross, vi assicuro che ho trasecolato. Ma come è possibile? Ma ne abbiamo proprio bisogno? Per un pugno di euro abbiamo il diritto di sconquassare un litorale, produrre rumore, consumare benzine, invadere la costa di moto e auto per giorni?» Queste domande se l’è poste il professor Paolo Pileri – docente di pianificazione e progettazione urbanistica al Politecnico di Milano, nonché consulente scientifico di ministeri, enti pubblici, fondazioni e amministrazioni locali – in merito alla nuova edizione del Senigallia Beach Cross, l’evento che in questi giorni si sta svolgendo sulla spiaggia di velluto.
A interpellarlo sono stati i componenti del comitato cittadino per la salvaguardia della spiaggia di ponente. Il suo giudizio sulla manifestazione è netto, così come lo è della politica che sceglie di ospitare determinati eventi proprio nel 2020: oltre a essere il periodo in cui si sono fatte ancora più forti le proteste ambientaliste, è anche l’anno mondiale della biodiversità. «La biodiversità è quella cosa che stiamo uccidendo a colpi di cemento, sversamenti inquinanti, emissioni nocive, erosioni, tagli arborei e consumi di suolo. La uccidiamo con tutti i compromessi che accettiamo. Non si tratta di una questione che sta a cuore a un manipolo di irriducibili ambientalisti che non hanno nulla di meglio da fare, ma dovrebbe stare a cuore a tutti».
«Il 2020 è un anno in cui – prosegue Pileri – dobbiamo sensibilizzare al massimo l’impegno in difesa della biodiversità, il che vuol dire fermare tutte le azioni, a partire dalle più inutili, stupide, superflue, egoiste, che generano distruzione della natura di qualsiasi forma, intensità e durata. E le istituzioni assieme alla politica sono le prime chiamate a dare l’esempio. E invece molti continuano a dare prova di sbalorditiva sordità».
In particolare Pileri sottolinea il contrasto tra le azioni a tutela della spiaggia che ogni città costiera mette in campo e l’organizzazione di alcuni eventi che hanno un certo impatto sull’ecosistema del litorale: «Per preparare quell’evento (il Senigallia beach cross, Ndr), che l’Italia certo non ha bisogno per arrivare a fine mese, e che potrebbe essere fatto in una cava dismessa o, meglio, in esercizio (ma i cavatori non possono essere disturbati, mentre flora, fauna ed ecologia costale non protestano), saranno stati movimentati migliaia di metri cubi di sabbia, mescolati strati, eroso quel poco di vegetazione spontanea rimasta….E dopo le moto tutto sarà distrutto. Paradossalmente non mi stupirei di scoprire, chissà, che sono pure stati dati finanziamenti pubblici sotto varie forme: dalle semplici gratuità ai politici a patrocini e sostegni. O magari poi il comune o qualche associazione chiede alla regione dei contributi per sistemare la spiaggia dopo la devastazione di centinaia di moto da cross. Il tutto in un luogo che, ironia della sorte, chiamano pure ‘spiaggia di velluto’».
Se il contrasto è evidente, a poco sembrano essere servite le spiegazioni degli organizzatori, del sindaco e dell’assessore che hanno assicurato come tutto verrà risistemato e pulito non appena terminato l’evento. «La gente purtroppo, ignara, viene convinta indirettamente che tutto questo fa bene e porta danaro. Non è così». Secondo il docente del Politecnico di Milano, oltre a portare «distruzione, morte e debiti», la manifestazione beach cross avrà anche un notevole «impatto culturale. Cosa impareranno i più giovani vedendo quella roba là? Imparano il rispetto per il mare? Per la spiaggia? La prendono per una lezione di sostenibilità? Magari una bella raccolta differenziata durante la manifestazione basterà a lavare la coscienza di tutti?».
Un invito però da Pileri arriva: ed è quello rivolto ai responsabili di questa manifestazione perché scrivano al presidente della Repubblica Sergio Mattarella per dimostrargli che questo evento aiuti a raggiungere più velocemente l’obiettivo n. 12 dell’agenda 2030 della sostenibilità che l’Italia ha firmato (e quindi anche il sindaco di Senigallia e il governatore delle Marche): “Conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile”. Il capo dello Stato ha chiesto «molta più responsabilità da parte di tutti. Ha chiesto che si cambino radicalmente le cose e le abitudini. Tra questi tutti, ci sono anche i sindaci, i paladini dello sport, gli insegnanti, i politici, i preti e tutti coloro che hanno una qualche responsabilità. Da che parte vogliono stare? Ognuno si prenda la propria responsabilità pubblica».