Senigallia

Macchina amministrativa lenta, dal Pd solidarietà ai dipendenti del Comune di Senigallia

Il capogruppo Dario Romano attacca l'assessora dimissionaria Ilaria Bizzarri per le accuse mosse nei confronti del personale comunale; e poi il sindaco per il sistema organizzativo da lui voluto

Il comune di Senigallia
Il comune di Senigallia

SENIGALLIA – Solidarietà ai dipendenti comunali. Arriva dal capogruppo PD in consiglio comunale Dario Romano, assieme all’attacco alla dimissionaria Ilaria Bizzarri e al sindaco Massimo Olivetti. La vicenda è nata con la lettera di dimissioni con cui l’assessora al bilancio di Fratelli d’Italia ha lasciato l’incarico rimettendo la delega in capo al sindaco.

Nelle motivazioni con cui Bizzarri lascia la giunta è riportata la delusione per non aver trovato nel Comune di Senigallia una struttura, competenze e “velocità” pari a quelle aziendali. Il primo cittadino ha preso atto della scelta dell’esponenti FdI rammaricandosene e mantenendo per sé le deleghe alle finanze e bilancio. Ma proprio perciò interviene il dem Romano.

«Leggendo le dichiarazioni dell’assessore Bizzarri e del sindaco Olivetti, siamo di fronte all’ennesima puntata di “Non sapevo di essere Sindaco/Assessore” – ironizza il capogruppo PD -. L’assessore Bizzarri, infatti, sosterrebbe di non avere avuto aiuto dai dipendenti comunali, rei di essere “lenti”, e che il comune non è una azienda. Al di là delle critiche ingiuste sui dipendenti comunali, bisognerebbe ricordare all’assessore e al sindaco che la macchina organizzativa è stata voluta e plasmata così proprio dalla giunta Olivetti. Il Comune non è una azienda privata, esatto, non ha il fine di produrre profitti ma di offrire servizi e di essere di aiuto ai cittadini. Che un assessore si accorga di questo dopo tre anni di mandato, francamente, è desolante».

Sempre Dario Romano esprime poi solidarietà agli uffici comunali e ai dipendenti «spesso in prima linea, con responsabilità importanti e lasciati quasi sempre soli da una regia politica e amministrativa che è stata completamente fallimentare finora e non ha esitato a scaricare le proprie responsabilità politiche su chi non aveva colpe, se non quella di svolgere il proprio lavoro. Il sindaco, invece di dichiararsi rammaricato, deve registrare infatti il totale fallimento delle sue politiche organizzative e del personale della macchina comunale».