SENIGALLIA – Le disuguaglianze sociali, ricchezza e povertà in primis, sono al centro della nuova opera del writer di fama mondiale Blu. La sede del nuovo murale è ancora una volta Roma: nel quartiere Rebibbia, infatti, l’artista senigalliese ha dipinto un’opera emblematica, forte, che divide il mondo in due vasche: quella per i pochi facoltosi e quella per i tanti poveri che l’affollano.
L’opera, dal titolo “Càpita”, è stata terminata pochi giorni fa e ha già suscitato un enorme apprezzamento, proprio perché lancia un forte messaggio sociale, pur senza usare parole.
Da alti e colorati scivoli, come in un parco divertimenti, le persone cadono in due vasche, nettamente distinte: una sovraffollata, con l’acqua sporca e piena di rifiuti, dove gli sfortunati faticano a stare a galla mentre le forze dell’ordine evitano a colpi di manganello e forconi che le persone escano; nell’altra, dove vi confluisce solo uno scivolo color oro, vi sono pochi grassocci e facoltosi individui, con tutti i comfort. Il solco di una società – quella moderna – su cui si amplia la differenza tra i pochi che hanno tanto e i tanti che hanno poco o nulla.
L’artista di origini senigalliesi, ma da anni in giro per il mondo, aveva anche nell’estate scorsa realizzato un’altra opera sempre nella capitale: sulla facciata dell’ex questura del Quarticciolo, in piazza del Quarticciolo, zona Roma est, erano comparsi in circa sei mesi la Venere di Milo con oggetti griffati e barboncino e il David di Michelangelo, panciuto e dotato di scarpe e orologio d’oro, mentre si scatta un selfie.
Opere di Blu figurano e colorano diversi palazzi nelle città d’Italia (Roma, Milano, Catania, Ancona, Bari, Cagliari, Lecce e tante altre) e di tutto il mondo: Stati Uniti, Slovenia, Germania, Spagna, Marocco, Argentina, Bolivia, Cile, Grecia, Francia, Norvegia, Polonia e Austria.
Tornando nelle Marche, oltre a Jesi e al silo al porto di Ancona che verrà però distrutto con il nuovo Piano regolatore portuale per ampliare la parte dedicata al commercio, Blu aveva realizzato anche a Senigallia un’opera, quella sul palazzo delle ex colonie Enel sul lungomare Da Vinci quando ospitavano il centro sociale Mezza Canaja, poi abbattute nonostante l’interesse storico per l’edificio per lasciare spazio a un’area ora completamente abbandonata.