SENIGALLIA – Sono ripartite le attività del motocross in spiaggia dopo le mareggiate dei giorni scorsi che hanno invaso la pista sull’arenile senigalliese. E, con esse, sono ricominciate le proteste di chi vede non tanto in quella disciplina, quando nel luogo scelto, uno sfregio alla tutela ambientale.
La pista da cross sulla spiaggia di ponente di Senigallia – nota ovunque con l’appellativo “spiaggia di velluto” – aveva preso forma i primi di gennaio: non erano passate inosservate le ruspe sul lungomare Mameli, all’altezza della Cesanella, intente a realizzare non uno ma ben tre tracciati. Allenamenti e competizioni sono iniziate sabato 14 ma dopo pochi giorni si sono subito fermate per via delle mareggiate che tra il 19 e il 23 gennaio hanno spazzato il litorale, creando disagi non solo a Senigallia. La spiaggia di velluto si è subito riempita di tronchi, rami, detriti e rifiuti: le moto da cross si sono dovute arrendere ma solo temporaneamente.
Già da due giorni, infatti, i tracciati sono stati risistemati, seppure con qualche metro in meno a disposizione e le corse sulla sabbia sono ripartite a tutto gas. E a tutto volume, con poca pace per i residenti di quella zona del litorale in cui spesso vengono allestite manifestazioni ad alto livello sonoro. Ma le contestazioni non si placano.
A tal proposito è intervenuta Stefania Pagani, capogruppo consiliare di Vola Senigallia. «Non ho nulla contro il motocross o altre iniziative che possano portare le persone a frequentare Senigallia o a darle luci e ribalta. Ho a cuore l’economia della nostra città, che vede il turismo come voce prevalente e quindi ben vengano manifestazioni sportive come questa. Quello che contesto è solo la scelta del luogo. Perché è stata scelta la nostra spiaggia come teatro della manifestazione? È un luogo abitato e frequentato, quindi il disagio per i cittadini è assicurato. È un luogo dove sorgono dune tutelate anche da direttive europee e in cui nidificano specie protette. Perché, come ha sottolineato anche il noto geologo Mario Tozzi, incidere su questo habitat e modificarlo per la preparazione delle piste, senza contare il rischio di sversamento di oli e carburanti?».
Senigallia può vantare infatti una pista da cross, denominata “Fossa del diavolo” in località Sant’Angelo. Da qui sorge la domanda di Pagani: «Perché non utilizzare il circuito di Sant’Angelo, luogo ideale per questo sport, rilanciando e investendo su una pista già esistente sul territorio comunale? Magari facendola tornare a essere un luogo d’attrazione per gli appassionati e puntando a manifestazioni regolari?». Infine l’affondo politico: «Insomma, trovo che questa vicenda sia il perfetto esempio di una scelta scellerata, di poca considerazione per la nostra spiaggia di velluto e anche di scarsa visione in generale».